Wto:dopo Brasile, l’Argentina respinge proposta Ue
09/01/2009
BUENOS AIRES – Dopo Usa, Brasile e Australia anche l’Argentina ha respinto la proposta di riduzione dei dazi doganali, presentata ieri dall’Unione Europea nell’ambito dei negoziati Doha della Wto ed in vista della riunione dei 148 Paesi dell’organismo ad Hong Kong, in dicembre.
“La Ue è tornata a ripetere il suo atteggiamento di offrire poco e chiedere molto per frenare le trattative del Round Doha”, ha detto il sottosegretario argentino al commercio, Alfredo Chiaradia.
“La posizione europea non mostra il necessario equilibrio perchè si possano proseguire seriamente i negoziati”, ha avvertito Chiaradia che, con un comunicato, ha annunciato che l’Argentina parteciperà alle prossime riunioni che si svolgeranno a Ginevra in tal senso.
Ieri il ministro degli Esteri brasiliano Celso Amorim aveva annunciato che, il 2 novembre, interverrà in una teleconferenza con esponenti di Usa, Ue, India, Australia e Wto e che il 7 si recherà a Ginevra per partecipare ad una nuova riunione sul tema.
D’altra parte, la questione sarà toccata anche nel Vertice delle Americhe in programma dal 4 novembre a Mar del Plata al quale prenderà parte anche George W. Bush, tanto che il segretario al commercio Usa, Carlos Gutierrez, che s’appresta ad arrivare in Argentina, ha anticipato al quotidiano ‘Clarin’ che “in questo momento il tema Wto è prioritario per Washington”.
Gli specialisti locali, però, avvertono da tempo che la riunione di Hong Kong sembra destinata a fallire come quella di Cancun nel 2003. A loro avviso, infatti, il cosiddetto gruppo delle “Cinque parti interessatè (Usa, Ue, Brasile, India e Australia) ha fatto ben pochi passi avanti in merito al ‘Pacchettò, deciso lo scorso luglio dalla Direzione generale del Wto, che contiene i temi da negoziare: agricoltura, prodotti non agricoli, servizi, facilitazioni al commercio, nonchè due annessi, i sussidi al cotone e l’accantonamento dal Round Doha della conflittuale Agenda Singapore, relativa agli investimenti e alla trasparenza negli acquisti governativi.
Fonte:
Swissinfo