Vino: export record,+575% a trent’anni da scandalo metanolo
02/03/2016
Coldiretti-Symbola, puntato su qualità, 'doc' 2 bottiglie su 3
di Cristina Latessa
ROMA – Il vino traina l'agroalimentare italiano con un export record che ha totalizzato 5,4 miliardi in valore nel 2015, con un aumento del 575% rispetto a 30 anni fa, quando venne in luce lo scandalo del vino da tavola adulterato con il metanolo, o alcol metilico, che portò alla morte di 23 persone. Le vittime avevano bevuto vino prodotto da una ditta nel cuneese a cui erano state aggiunte dosi elevatissime di metanolo per alzare la gradazione alcolica, ignorandone la tossicità per l'organismo.
Oggi il vino è ambasciatore del made in Italy nel mondo e 1 bottiglia di vino esportata su 5 è fatta in Italia. E' quanto affermano Coldiretti e Fondazione Symbola nel Dossier 'Accadde domani. A 30 anni dal metanolo il vino e il made in Italy verso la qualità'. "In quegli anni sembrava che il vino fosse sostanzialmente morto – osserva il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, intervenuto alla presentazione del dossier – Oggi invece stiamo a raccontare una storia di successo. Quindi, lo dico anche per altri settori in crisi con cui ci confrontiamo, la parabola del vino insegna che si può risorgere, con l'innovazione, la riorganizzazione e le capacità di squadra".
Ma sicuramente ha premiato la scelta del settore di puntare sulla qualità. L'Italia – sottolineano Coldiretti e Symbola – è prima in Europa per numero di vini con indicazione geografica (73 DOCG, 332 DOC e 118 IGT). Se nell'1986 la quota di vini DOC e DOCG caratterizzava il 10% della produzione, oggi è pari al 35%, e se si considerano anche i vini IGT, categoria nata dopo l'86, si arriva al 66%, in altre parole i 2/3 delle bottiglie.
Lo spumante, Prosecco in testa, è stato il prodotto che ha fatto registrare la migliore performance all'estero, con le esportazioni che hanno sfiorato il record del miliardo di euro nel 2015. "Ora la nuova sfida è quella di rafforzare e difendere le posizioni acquisite combattendo la concorrenza sleale dei produttori internazionali. Le contraffazioni e imitazioni dei nostri vini e liquori più prestigiosi provocano perdite stimabili in oltre un miliardo di euro sui mercati mondiali", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, nel sottolineare che "a preoccupare sono anche i tentativi di minare la distintività delle produzioni, come dimostra la recente discussione comunitaria sulla liberalizzazione dei nomi dei vitigni fuori dai luoghi di produzione".
"Quello che è accaduto dopo lo scandalo metanolo nel vino italiano – ha osservato il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci – rappresenta una straordinaria metafora della missione del nostro Paese. La domanda di Italia nel mondo è legata alla qualità, alla bellezza, alla cultura".
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