Unioncamere: export e innovazione le chiavi della ripresa per le Pmi
08/01/2010
Per cogliere la ripresa, le pmi puntano su innovazione e conquista dei mercati stranieri. Dopo un 2009 in chiaro scuro, segnato, soprattutto, da un brusco calo dell'export, le previsioni per il nuovo anno del settore manifatturiero sono tutt'altro che remissive.
Secondo un sondaggio di Unioncamere, realizzato su 1.200 aziende, emerge un aumento delle pmi manifatturiere esportatrici (pari oggi al 69,2% del totale di quelle tra i 20 e i 499 dipendenti, a fronte del 61,3% dello scorso anno), con una quota, media, di fatturato estero del 45% del totale. La scommessa è, anche, sull'innovazione: il 32,8% delle imprese ha dichiarato di aver investito nel 2009 e di aver intenzione di continuare a investire anche il prossimo anno.
A questa quota, si può aggiungere un ulteriore 16,9% di imprese che, dopo aver investito nel 2009, nel 2010 cercherà di far fruttare le proprie innovazioni e un altro 7,9% di aziende che, invece, dopo un atteggiamento cauto nel 2009, intende procedere a nuovi investimenti nel 2010. Mostra soddisfazione il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, che parla di «un'ottima premessa per il prossimo futuro».
Il 30% delle pmi manifatturiere pensa che il 2010 porterà di nuovo un aumento del fatturato aziendale. Una quota analoga si attende un incremento delle esportazioni e un altrettanto significativo 24%, una ripresa degli ordinativi interni. Solo un quarto delle piccole e medie imprese prevede un incremento della produzione. Secondo Unioncamere, la più sostenuta dinamica delle vendite rispetto a quella della produzione può essere ricondotta «non solo alla possibile importazione di semilavorati da altre imprese all'estero – poi assemblati e commercializzati in Italia – ma soprattutto a un incremento dei valori medi unitari dei prodotti e, quindi, del loro livello qualitativo: una conferma della sempre più spiccata capacità delle Pmi italiane di competere sulle fasce più alte dei mercati internazionali».
A livello territoriale, evidenzia, ancora, il sondaggio, a essere più ottimiste sono le pmi del Nord-Ovest: +16,8 punti percentuali la differenza tra diminuzione e incremento nel 2010 del fatturato. Sud e Isole, al contrario, sembrano, ancora, scontare gli effetti "di coda" della crisi che ha investito il Belpaese. Anche se, le pmi esportatrici del Meridione risultano molto agguerrite nel 2010: nonostante di numero relativamente più contenuto rispetto al Centro-Nord, presentano il saldo più elevato tra previsioni di crescita e diminuzione dell'export nel 2010 (+16,3 punti).
D'altronde, spiegano da Unioncamere, alcuni mercati sembrano sostenere la domanda di produzioni manifatturiere italiane più di altre, in particolar modo gli Stati Uniti, grazie ad alimentare, moda e arredamento. I paesi Bric (Brasile, Russia, India e Cina) si confermano quelli che tireranno la volata. Per l'Ue, invece, la quota di imprese che prevedono un aumento delle vendite è, ancora, inferiore a quella che continua a subire flessioni.
Fonte:
Il Sole 24 Ore
Claudio Tucci