Unioncamere, crescono le imprese
09/01/2009
Cresce il numero delle imprese in Italia. E’ quanto risulta dai dati resi noti da Unioncamere sulla base di Movimprese (la rilevazione trimestrale condotta sul registro delle imprese da Infocamere).
Secondo l’analisi, il bilancio tra le attività avviate nel secondo trimestre (116 mila) e quelle cessate (76 mila) si chiude con un saldo positivo di 40 mila imprese.
“A questo corrisponde un tasso di crescita complessivo del sistema delle imprese pari allo 0,66% (uguale a quello registrato nel corrispondente trimestre dell’anno precedente, 0,67%) che porta il totale delle imprese italiane esistenti al 30 giugno al valore di 6.133.429 unità”.
Due i fattori che hanno caratterizzato più di altri il dato del trimestre, secondo lo studio: da un lato il record di chiusure (1,25% il tasso di cessazione, il dato più pesante dal 2002 ad oggi); dall’altro il rallentamento delle regioni del Mezzogiorno, dopo diversi anni in cui la vitalità del Sud aveva dato linfa all’allargamento della base imprenditoriale nazionale (solo 0,45 il tasso di crescita dell’area nell’ultimo trimestre, corrispondente a 9 mila imprese in più).
Nonostante la frenata, al Sud spetta comunque la palma del numero maggiore di iscrizioni del trimestre (oltre 35mila), anche se nelle stesse regioni si registra oltre un terzo di tutte le cessazioni del periodo (27mila su 76mila circa). Solo la Puglia riesce ad eguagliare la crescita media nazionale.
E sulle disparità tra Nord e Sud ha puntato il dito il presidente di Unioncamere, Andrea Mondello, durante il suo discorso al quale ha assistito, tra gli altri, anche il Capo dello Stato: ”Il nostro Paese – ha detto Mondello – appare ancora drammaticamente disomogeneo. Fra le anomalie, la più dolorosa e bruciante è il dualismo economico e sociale, vale a dire la perdurante differenza fra le regioni centro-settentrionali e il Mezzogiorno d’Italia.
“Le regioni centro-settentrionali – ha aggiunto poi il rappresentante delle Camere di commercio – hanno tassi di produttività europea. Il nostro Mezzogiorno è invece un luogo da cui continuano a giungere segnali di crisi endemici”.
Secondo le stime rese note oggi, il reddito procapite disponibile del Sud Italia è ancora inferiore del 38% rispetto al resto del Paese.
Fonte:
Tiscali Finanza