Truffa su fondi editoria, frodati 14 milioni

09/01/2009

Arrestate quattro persone tra cui l’ex direttore del Giornale d’Italia, Massimo Bassoli. Fatture gonfiate per incassare contributi

ROMA – Inventava false collaborazioni giornalistiche per ottenre contributi gonfiati sulla base della legge sull’editoria. Per questo motivo è stato arrestato assieme ad altre tre persone con l’accusa di associazione a delinquere. Nei guai è finito l’ ex direttore del Giornale d’ Italia, Massimo Bassoli, attualmente amministratore della società editrice dello stesso quotidiano. Dal 2000 ad oggi sono stati così sottratti alle casse dello Stato ben 14 milioni di euro. A scoprire l’ organizzazione sono stati gli uomini del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, che all’alba di giovedì hanno arrestato 4 persone, tra cui appunto Bassoli.
UNA TORTA DA 600 MILIONI – Quella che la presidenza del Consiglio destina alle testate giornalistiche è una «torta» di ben 600 milioni di euro l’anno. Ma può succedere che non tutti gli editori che presentano la domanda per i contributi siano in regola. È proprio il caso dei quattro arrestati oggi dai finanzieri: Bassoli, i suoi due stretti collaboratori, Umberto Lorenzini e Rocco De Filippis; arresti domiciliari, invece, per la moglie di Bassoli, Francesca Romana Dolazza, responsabile della società editrice del giornale Puntocom. Il Giornale d’Italia, di cui Bassoli è stato anche direttore fino al novembre scorso, riceveva ogni anno circa 2,5 milioni di euro dalla presidenza del Consiglio, in quanto organo del movimento politico «Pensionati uomini vivi».
L’OPERAZIONE DELLA GDF – L’operazione, chiamata «Golden Press», è stata coordinata dal pm di Roma Olga Capasso ed al momento, oltre agli arrestati, ci sono anche 12 indagati. Diversi i reati contestati: associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato, frode fiscale mediante emissione e annotazione di fatture per operazioni inesistenti, favoreggiamento, false comunicazioni sociali, falsità nelle relazioni delle società di revisione. Sono in corso numerose perquisizioni, nel Lazio ed in Puglia, che vedono coinvolti alcuni professionisti di Roma che, a vario titolo, hanno preso parte all’ organizzazione o ne hanno agevolato l’ attività.
LE SOCIETA’ COINVOLTE – «Sotto indagine – ha spiegato il comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria delle Fiamme Gialle, colonnello Bruno Buratti – sono quattro società diverse tra cui anche l’ ex editrice del giornale L’Indipendente, ma che fanno capo agli stessi soggetti. Il meccanismo ideato dai quattro è semplice: formavano e contabilizzavano fatture su collaborazioni giornalistiche fittizie emesse a nome di società inglesi, irlandesi e maltesi, risultate inesistenti, frodando così il fisco e gonfiando in maniera rilevante (oltre il doppio) i costi sulla cui base erano calcolate le provvidenze statali erogate dalla normativa sull’ editoria». Le società coinvolte sono Cooperativa giornalistica Mediatel srl, Esedra srl, Esedra società cooperativa, Abrondhouse cooperativa giornalisti.
FALSE FATTURAZIONI – Sono state rinvenute false fatture per oltre 18 milioni di euro, che hanno consentito agli indagati di sottrarre alle casse dello Stato oltre 14 milioni di euro, sotto forma di erogazioni. Coinvolti per favoreggiamento anche i responsabili della società di revisione che ha certificato i falsi bilanci delle società editrici, relativi agli esercizi dal 2000 al 2004. I finanzieri hanno ricostruito tutti i pagamenti fittizi riportati in contabilità, scoprendo che in realtà, gli importi affluivano puntualmente sui conti degli indagati o di società a loro riconducibili. Il principale indagato, Bassoli, messo alle strette attraverso ispezioni bancarie sui propri conti correnti e vari sequestri, ha cercato di disfarsi del suo patrimonio – stimato intorno ai 25 milioni di euro – che è stato posto sotto sequestro. Le indagini sono ancora in pieno svolgimento e non si escludono ulteriori sviluppi.

Fonte:
Corriere della Sera
12 maggio 2006