Tim: Una sola arma per la sfida carioca
09/08/2008
Da ormai da sei mesi Tim Brasil non è più in forma. Una politica commerciale sbagliata – i conti che non tornano di una promozione così favorevole da avere un gran successo di pubblico ma da danneggiare gli utili – e i crediti incagliati di chi telefonando non paga hanno messo sotto pressione i margini nella maggior area di crescita del gruppo Telecom Italia.
Il secondo trimestre è andato un po' meglio, ma non tanto da recuperare gli errori del primo. Così da Roma si è deciso di intervenire con un radicale ricambio del management, operazione forse un po' tardiva che però è stata male interpretata in Piazza Affari dove si è temuto che il fuggi-fuggi potesse nascondere nuove falle.
In realtà Telecom ha voluto aumentare il presidio sulla controllata carioca, nel cui consiglio da mercoledì siede anche Carmelo Furci, l'inviato in America Latina del gruppo guidato da Franco Bernabè. A testimonianza che il Paese è ancora strategico: Tim Brasil pesa per circa il 18% dei ricavi del gruppo, contribuendo all'Ebitda per il 10%-11%, dato che i pur buoni margini (20%), giocando in trasferta, sono comunque la metà rispetto al mercato domestico, dove Telecom, proprietaria della rete fissa, gode della posizione di ex-monopolista.
Anche se il gruppo ritiene di avere raddrizzato la rotta, in Brasile il quadro è destinato tuttavia a farsi più competitivo. Dopo la rinuncia a Brasil Telecom, con un realizzo pari alla metà dei prezzi assegnati all'operatore del fisso solo qualche mese dopo, Telecom si ritrova a far leva nel Paese sulla sola telefonia mobile, quando tutti gli altri agguerriti concorrenti – Telefonica, ma anche il gruppo del magnate messicano Carlos Slim – possono giocare su tutti i tavoli: dal fisso, al mobile, alla tv via cavo.
E, soprattutto, la concorrenza è destinata ad aumentare per la discesa in campo del nuovo campione nazionale, benedetto dal Governo Lula, che nascerà dalla fusione, ormai in dirittura d'arrivo, tra la stessa Brasil Telecom e Oi-Telemar. Due dei tre tronconi in cui era stato spezzato l'ex monopolista ai tempi della privatizzazione, dieci anni fa, a cui la legge brasiliana, oggi in via di revisione, impediva le nozze. Privandosi del fisso, Telecom cioè ha anche dato via libera all'emergere di un nuovo temibile concorrente.
Ora Tim Brasil, che si è aggiudicata le licenze 3G, dovrà sperare nella parità delle condizioni d'accesso alla rete per poter offrire all'utente finale servizi a valore aggiunto, ma resterà con l'handicap di essere l'unico operatore solo mobile. Sempre ammesso che non arrivino colpi bassi dall'inchiesta in corso che ha portato nelle patrie galere l'ex socio di Brasil Telecom, Daniel Dantas, e il faccendiere Naji Nahas. (A. Ol.)
Fonte:
Il Sole 24 Ore