Telecom si tiene Tim e conferma la strada della one company
09/01/2009
Telecom Italia apre l’era Rossi tornando a scommettere sulla convergenza a 360 gradi. Un connubio nuovamente indissolubile, quindi, tra telefonia fissa, mobile e banda larga in grado di convogliare i contenuti per la tivù ad alta definizione su internet e i servizi Ict alle imprese e ai servizi «di pubblica utilità», dalla telemedicina all’infomobilità. Ancora nessuna decisione su un’eventuale separazione di Tim, la cui ipotesi di vendita appare comunque definitivamente tramontata a favore della creazione di una divisione interna. In compenso, piena concordanza su forti investimenti (in previsione 8-9 miliardi in un decennio) per un network «di nuova generazione» che comprenda anche le tecnologie senza fili, dal Wi-fi al più potente Wi-max. Infine, passaggio di non poco conto, il percorso concordato con l’Autorità per le telecomunicazioni (Agcom) a proposito della separazione della sola rete d’accesso, ovvero l’ultimo miglio che porta i servizi al cliente finale.
Telecom Italia (+2,25% a 2,32 euro il titolo a Piazza Affari, con uno sprint in chiusura di contrattazioni sulle notizie in arrivo dal cda) ha archiviato così, con un consiglio d’amministrazione molto atteso, il suo 11 settembre, data dell’ultimo atto della presidenza di Marco Tronchetti Provera, che si era dimesso dopo lo scontro con il presidente del Consiglio, Romano Prodi. Il prossimo appuntamento, adesso, è il 6 novembre con i conti del terzo trimestre, mentre non dovrebbero esserci altre novità sul riassetto prima della fine dell’anno.
Un riassetto più «flessibile». «Le decisioni assunte l’11 settembre – ha comunicato il gruppo con una nota sui contenuti della riunione guidata dal nuovo presidente Guido Rossi – rappresentano l’evoluzione, alla luce dei cambiamenti dello scenario tecnologico e del contesto competitivo, dell’integrazione, avviata due anni fa, delle attività di telefonia fissa e mobile, i cui frutti sono stati evidenti dal lato del risparmio dei costi, pari a oltre un miliardo di euro nel 2005 e nel primo semestre 2006, valutati già positivamente dal consiglio di amministrazione».
Secondo la nota il cda ha confermato «l’obiettivo strategico di puntare sulla convergenza fra telecomunicazioni fisse, mobili, Internet a banda larga e contenuti media». In questo quadro la riorganizzazione «garantisce l’opportuna flessibilità operativa senza rinunciare ai benefici conseguiti con l’integrazione fisso-mobile e con l’intenzione di cogliere, in pieno accordo con l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, tutte le opportunità offerte dal mercato». Fino a martedì il presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò, aveva precisato che il confronto tecnico «è molto prossimo a iniziare». I tempi non dovrebbero essere comunque brevi.
Merloni: «Si cambia, ma con una One single company». «Un consiglio molto importante. C’è stato un rilancio della Telecom», ha commentato Vittorio Merloni, tra i consiglieri indipendenti di Telecom Italia, subito dopo la conclusione del cda. Merloni ha spiegato che «all’inizio si è parlato di tutte le intercettazioni e di tutti i problemi, ma in secondo piano». La cosa più importante «è il piano di rilancio che sta facendo Telecom, sia nel mobile sia nel fisso, per fare una singola compagnia. Una “One single company”, che funzioni per tutti, per dare più servizi. Telecom sta cambiando, ogni tanto bisogna cambiare». Interpellato sull’eventualità di una cessione di Tim, il consigliere l’ha di fatto esclusa, mentre ha replicato affermando «neanche per sogno» alla prospettiva di uno scorporo della rete fissa, che dovrebbe essere trasformata in una divisione interna come la parte mobile. Circa il futuro dell’ultimo miglio, infine, Merloni ha replicato che «questo è l’Authority che lo decide. Il rapporto è molto buono, anche con l’arrivo del nuovo presidente» in sintesi, «si sono calmate tutte le acque».
Vodafone: sulla convergenza non si violino le regole antitrust. La risposta del principale competitor di Telecom non si è fatta attendere. «La convergenza fisso mobile di Telecom Italia non può avvenire in contrasto con le regole antitrust a tutela della concorrenza e dei consumatori», ha dichiarato l’amministratore delegato di Vodafone Italia, Pietro Guindani, attraverso una nota diffusa in serata. «Telecom Italia – ha proseguito Guindani – continua ad essere l’operatore dominante nella telefonia fissa con il 78% del mercato e la convergenza tra telecomunicazioni fisse e mobili di Telecom Italia mette a rischio uno sviluppo equilibrato della concorrenza a danno di tutti gli altri concorrenti». Secondo l’ad di Vodafone Italia «è quindi indispensabile che la divisione commerciale fissa» di Telecom «sia separata funzionalmente o societariamente dalla divisione commerciale mobile». Infine, lo scorporo della rete «deve comprendere la next generation network per garantire la replicabilità dei servizi offerti da Telecom. In assenza di ciò, si farà un passo indietro rispetto alle regole attuali». Urge, a questo punto, «un tavolo di confronto dell’Autorità anche con gli altri operatori».
Fonte:
Il Sole 24 Ore