Tassi fermi al 5,25%. Bernanke: minori i rischi di inflazione
09/01/2009
La Federal Reserve americana ha deciso di lasciare invariati i tassi di riferimento, i Fed Funds, al livello del 5,25 per cento: una decisione non imprevista dai mercati, che mette almeno momentaneamente fine alla lunga manovra di rialzi in atto da oltre due anni, esattamente dal 30 giugno del 2004 (a quella data il costo del denaro negli Stati Uniti era dell’uno per cento).
La decisione di lasciare invariato il costo del denaro è stata presa dalla Fed, presieduta da Ben Bernanke, sulla base del presupposto che l’ inflazione è più «moderata» e che anche le attese relative alla dinamica dei prezzi al consumo sono «contenute». La votazione peraltro non è stata unanime.
Eurozona al 3 per cento. Per quanto riguarda Eurolandia, invece, il Consiglio direttivo della Bce, riunitosi il 3 a Francoforte, ha deciso un aumento di 25 punti base; pertanto il tasso minimo di offerta applicato alle operazioni di rifinanziamento è passato dal 2,75% al 3%, mentre il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale e quello sui depositi presso la Banca centrale sono saliti , rispettivamente, al 4 e al 2 per cento. Il rialzo dei tassi in Europa riflette i rischi di inflazione: lo ha dichiarato il presidente dell’Istituto Jean-Claude Trichet illustrando le motivazioni dell’odierna stretta monetaria che, tuttavia, mantiene in tassi a un livello contenuto e una politica monetaria definita «accomodante». In conferenze stampa Trichet ha ribadito che saranno necessari nuovi rialzi qualora la ripresa economica si protragga, con rischi di rialzo dei prezzi.
Anche a Londra la Banca d’Inghilterra, sempre il 3 agosto, a sorpresa, ha rialzato i tassi d’interesse di un quarto di punto portandoli a 4,75 per cento, mentre la maggioranza degli analisti si aspettava che la Banca centrale britannica mantenesse il livello invariato, per il dodicesimo mese di seguito.
Fonte:
Il Sole 24 Ore