Sull’Irap no di banche e assicurazioni
09/01/2009
Si oppongono al ventilato aumento di un punto dell’aliquota. Oggi vertice del Governo.
di Antonio Criscione e Dino Pesole
Banche e assicurazioni in campo contro il possibile aumento di un punto dell’aliquota Irap. Nel giorno in cui il Governo scoprirà ufficialmente le carte sul decreto che dovrebbe essere approvato domani dal Consiglio dei ministri, permane una notevole incertezza sulle misure che il Governo indicherà per finanziare la prima tranche dell’operazione. In mattinata è in programma un nuovo vertice politico, cui è affidato il compito di individuare le soluzioni da sottoporre in serata al vaglio delle parti sociali. Se non si troverà l’accordo, non è escluso che il Consiglio dei ministri si limiti per ora a varare il decreto salva gettito per il 2005, attraverso il congelamento del « ravvedimento operoso » , mentre la parte relativa ai tagli potrebbe essere approvata successivamente.
Si ragiona attorno a una prima tranche da 5 miliardi: 4 andranno a ridurre il costo del lavoro dalla base imponibile Irap per una percentuale pari al 30%; 1 miliardo sarà riservato ai professionisti e alle piccole imprese che operano senza disporre di una organizzazione aziendale. L’operazione ” vale” 1,5 miliardi quest’anno, 3,5 nel 2006. Nel mirino gli acquisti intermedi dei ministeri, cui potrebbe affiancarsi un ulteriore taglio a carico degli enti locali e una stretta alla regola del 2 per cento. La parte restante della copertura sarebbe garantita da un insieme di misure sul fronte dell’evasione.
Tramontata l’ipotesi di un aumento dell’Iva dal 20 al 21%, è riemersa nelle ultime ore l’idea di ritoccare la tassazione delle rendite finanziarie, escludendo i titoli di Stato che resterebbero al 12,5 per cento.
Per il direttore generale dell’Abi, l’eventuale incremento dell’aliquota sarebbe « un disincentivo alle banche. Non vi è alcun motivo di ragionevolezza nell’aumentare l’Irap » . Per il presidente dell’Ania, Fabio Cerchiai, la « discriminazione è inaccettabile. Le assicurazioni sono imprese e come tali competono sui mercati internazionali » .
Anche i rettori sono in allarme, per il ventilato taglio agli stanziamenti destinati alle Università. In una lettera inviata ai colleghi, il presidente della Crui, Piero Tosi, invita « a stare in guardia e a prepararsi a eventuali iniziative nel caso l’ipotesi si concretizzasse » .
Sul tavolo delle possibili opzioni, c’è anche l’idea lanciata dal vice ministro dell’Economia, Mario Baldassarri, di incidere sul costo del lavoro misurando però l’intervento in percentuale delle esportazioni sul fatturato. In sostanza, oltre alla riduzione generalizzata, dovrebbe intervenire un ulteriore sconto per chi esporta di più. Va però ricordato che proprio le norme selettive di agevolazione in campo Irap sono ora messe sotto osservazione da parte della Commissione Ue.
Nel testo, a copertura dei tagli compaiono alcune norme antielusive, tra cui anche la reintroduzione dell’elenco clienti e fornitori, un adempimento per i soggetti Iva, soppresso nel 1994, e che da qualche tempo ( da ultimo nei lavori della Finanziaria 2005) fa capolino tra le misure di contrasto all’evasione fiscale. Con qualche altra novità, come il ritorno della sanzione penale per gli omessi versamenti Iva, se di importo elevato. Tra le ulteriori misure, la riscossione frazionata in attesa di giudizio.
Attualmente, quando il contribuente impugna un atto impositivo davanti alla commissione tributaria, deve comunque versare il 50% del dovuto, salvo poi recuperarla se dovesse avere ragione davanti ai giudici.
Questa percentuale verrebbe innalzata a due terzi. Possibile anche un colpo di acceleratore sulla riforma della riscossione, che sembrava sostanzialmente arenata con il rinnovo delle concessioni alle esattorie fino alla fine del 2006.
Nella versione finale del provvedimento — annuncia poi Maurizio Leo ( An) — potrebbero essere ” limate” le regole per i professionisti: in pratica i 15mila Àdi limite per i beni strumentali posseduti dovrebbero essere assunti al netto delle quote di ammortamento e solo nella misura in cui sono fiscalmente riconosciuti.
Potrebbero essere assoggettati all’Irap tutti coloro che hanno dipendenti o altre figure assimilate, come collaboratori, associati in partecipazione con funzione para dipendente, e altri professionisti di fatto dipendenti, mentre sarebbero esclusi i titolari di redditi prodotti in forma associata.
Il Sole 24Ore
14 giugno 2005