Stretta di Camera e Senato sui costi di pensioni parlamentari e viaggi all’estero

09/01/2009

Via libera dal Consiglio di presidenza del Senato e dell’Ufficio di Presidenza della Camera alle delibere che tagliano i costi della politica in Parlamento. La cesoia, dopo tante polemiche, taglia le pensioni di senatori e deputati e il rimborso spese per i viaggi all’estero per motivi di lavoro. «Un segnale di ascolto per combattere l’antipolitica – ha detto il presidente della Camera Fausto Bertinotti – incominciamo a intervenire sulle storture, sugli elementi patologici». Sulla stessa linea il commento del presidente del Senato Franco Marini. «Oggi mettiamo un punto fermo, importante – dice Marini – una
testimonianza di uno sforzo per una forte razionalizzazione basato su un consenso larghissimo, quasi unanime». Da settembre un’indagine conoscitiva verificherà i costi della democrazia del Paese. «La Commissione – spiega il vice presidente del Senato Mario Baccini dell’Udc – dovrebbe essere varata nel prossimo settembre e dovrà raccogliere tutte le informazioni relative ai costi in generale nell’ambito non solo del Parlamento ma anche delle amministrazioni che gravano sul bilancio dello Stato».

A regime le disposizioni porteranno a risparmi «considerevoli», come dice il senatore questore anziano del Senato, Gianni Nieddu (Ulivo). Il questore della Camera Gabriele Albonetti, invece, quantifica e parla di risparmi per la Camera pari a 40 milioni di euro, di cui 27 milioni di euro provenienti dalla soppressione delle contribuzioni volontarie dei parlamentari, 2,5 milioni l’anno dalle incompatibilità fissate tra vitalizi e indennità da altre cariche pubbliche, circa 8 milioni di euro annui dalla riduzione del tetto dei vitalizi dall’attuale 80 al 60% dell’indennità parlamentare. A questi si aggiungono risparmi per circa 2 milioni di euro dall’eliminazione dei rimborsi per i viaggi di studio.

I capitoli dei tagli riguardano l’eliminazione, dal 1° gennaio 2008, del rimborso delle spese sostenute per i viaggi all’estero per motivi di studio (3.100 euro l’anno); la soppressione della contribuzione volontaria ai fini del riscatto, che scatta dall’inizio della prossima legislatura e porterà a regime a una riduzione del 25% dei vitalizi, con lo scopo di far coincidere i periodi di versamento con gli anni effettivi di mandato. Prevista anche la modifica dell’importo dell’assegno vitalizio, tramite l’adozione di una nuova tabella di calcolo che varia da un minimo del 20% dell’indennità parlamentare lorda per 5 anni effettivi di mandato a una massima pari al 60% per quindici anni effettivi o più di mandato. Questa tabella si applica ai parlamentari che siederanno sugli scranni di Camera e Senato dalla prossima legislatura.

Dal 1° gennaio 2008, inoltre, viene estesa la sospensione dell’assegno vitalizio nel caso il parlamentare sia nominato componente del Governo nazionale (Presidente del Consiglio, ministro o sottosegretario), componente di Giunta regionale o di Provincia autonoma, della Commissione europea, titolari di incarichi istituzionali previsti dalla Costituzione o da disposizioni costituzionali come incompatibili con il mandato parlamentare, del Consiglio di magistratura militare, del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, del Consiglio di presidenza della Corte dei conti, sindaco di Comune capoluogo di Regione o di Comune con popolazione superiore a 250mila abitanti e presidente della Provincia con popolazione superiore a 500mila abitanti; presidente del Cnel; dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato; dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni; dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas; dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture; della Commissione di garanzia sull’attuazione della legge sull’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali; della Commissione nazionale per la società e la borsa; del Garante per la protezione dei dati personali; dell’Isvap; del Consiglio di amministrazione della Rai; di altre cariche elettive presso enti locali o di nomina parlamentare o da parte di assemblee elettive regionali, provinciali e comunali, o di nomina governativa, a livello statale, regionale o locale, per le quali sia prevista una indennità. La sospensione del vitalizio scatta quando l’importo delle indennità è pari o superiore al 40% dell’indennità parlamentare. Nei casi in cui è prevista la sospensione si può optare per l’assegno vitalizio nei casi in cui la normativa consente al titolare di rinunciare agli emolumenti legati alla carica.

Fonte:
Il Sole 24 Ore
Nicoletta Cottone