Mai successo. Un'ondata di proteste di strada in tutte le principali città del Brasile. Nei giorni in cui la Seleçao si esibisce sul celeberrimo Maracanà, lo stadio di Rio de Janeiro, decine di migliaia di manifestanti mettono a ferro a fuoco San Paolo, Belo Horizonte e Rio. Non solo. A Brasilia si arrampicano sul tetto del Parlamento. Più di 200mila manifestanti hanno protestato per l'aumento dei prezzi dei biglietti di bus e metro, un aumento esiguo, di 8 centesimi di euro.
In verità c'è qualche crepa nel modello economico dell'ex presidente Lula e ora di Dilma Rousseff. Che il rallentamento della congiuntura brasiliana inevitabilmente allarga. I motivi della crisi sono tre: troppi soldi al calcio e pochi a sanità ed educazione. Un'inflazione sempre più incalzante e una ripartizione del reddito che, a dispetto dei progressi degli ultimi 10 anni, è ancora profondamente iniqua. Sul tavolo della presidenta, ex guerrigliera, una protesta di sinistra. Inattesa e difficile da gestire.
Fonte: Il Sole 24 Ore
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