Simest: Investimenti all’estero in ripresa
09/01/2009
di Daniela Russo
Il consiglio di amministrazione di Simest approva tredici progetti che vedono un impegno finanziario diretto per oltre 26 milioni di euro, ai quali si aggiungono altri 5 milioni di euro dei fondi di venture capital destinati ad aree strategiche per l’internazionalizzazione del sistema produttivo italiano.
I progetti, si legge in una nota, riguardano settori trainanti dell’economia italiana, quali i servizi al settore oil, packaging, elettromeccanico, componenti per l’automotive, chimico e plastica oltre al tessile innovativo. “Queste nuove tredici iniziative – spiega Massimo D’Aiuto, amministratore delegato della finanziaria pubblico-privata per lo sviluppo delle imprese italiane all’estero – andranno a insediarsi in Paesi dove gli apporti tecnologici e manageriali italiani valorizzeranno le tradizionali competenze locali e attiveranno investimenti complessivi per 230 milioni di euro rappresentati, per una parte significativa, da esportazioni di macchine ed impianti di origine italiana.”
Le cifre relative agli investimenti attivati “sono più che significative non soltanto per Simest, per l’entità del nostro affiancamento alle imprese, ma testimoniano – aggiunge D’Aiuto – quanto le imprese italiane sappiano seguire l’evoluzione dei mercati esprimendo una marcata capacità a individuare le aree che offrono le opportunità più interessanti. Si avverte, infatti, una forte ripresa della propensione delle nostre aziende a investire soprattutto in aree strategiche per l’internazionalizzazione, dove dimostrano una sorprendente vitalità che si manifesta non soltanto con la capacità di sviluppare iniziative greenfield, ma anche con l’acquisizione di società sui mercati più evoluti quali, appunto, quello degli Stati Uniti”.
Intanto “il Brasile è la nuova frontiera delle nostre esportazioni e per questo abbiamo fissato per i prossimi mesi un piano promozionale straordinario che vedrà nel mese di marzo nel Paese sudamericano anche il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi”. Lo annuncia il vice ministro della Attività produttive con delega al commercio estero, Adolfo Urso, intervenendo alla recente giornata di Studio organizzata da Assindustria di Vicenza sull’opportunità del commercio con il Brasile. “Il tasso di crescita delle nostre esportazioni in quel Paese – spiega Urso – raggiunge numeri a due cifre, ma sappiamo di poter fare ancora di più. Il modello da seguire è quello utilizzato con l’India, dove le nostre esportazioni hanno raggiunto un significativo più 40 per cento”.
Il presidente di Assindustria di Vicenza, Massimo Calearo, invece sottolinea l’importanza della decisione di Confindustria “di accompagnare le nostre imprese in un Paese da 180 milioni di abitanti, 27 milioni dei quali vantano origine italiane. Ci sono buoni prospettive – conclude Calearo – per settori meccanico, orafo dei mobili e dell’arredamento, ma soprattutto per l’agroalimentare”.
“L’India esemplifica una situazione di opportunità internazionali che sono a disposizione anche dell’Italia, che non deve lasciarle scappare”. Così Boris Biancheri, presidente dell’Ispi, l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, fa eco a Calearo in un convegno promosso proprio sul tema “India: opportunità di mercato e prospettive in una economia emergente”, in collaborazione con Unicredit. Biancheri spiega che “l’India è un grande Paese di consumatori, mentre l’Italia è ancora un Paese produttore”, una differenza di ruoli che rende il Paese asiatico “una opportunità che però non stiamo sfruttando appieno”.
Biancheri sostiene infatti che “i dati relativi all’export italiano non sono ottimistici e l’interscambio di prodotti è in declino”. Al contrario, “altri Paesi sono stati più tempestivi”. Tuttavia, l’Italia è “ancora in tempo” per non perdere il treno per l’India, dato che “il tempismo di altri Paesi può servire da sprone anche all’Italia”. In questa fase, secondo Biancheri, “è necessario l’intervento delle istituzioni finanziarie e il gruppo Unicredit è una delle più attive in questo senso”.
Al convegno prendono parte anche l’economista Françoise Lemoine, Surinder Suri, presidente di Global Economic Management e Stefano Chiarlone di Unicredit. La discussione è moderata da Fabrizio Onida, ordinario di economia internazionale dell’Università Bocconi, mentre nella seconda sessione del convegno dedicata alla “Esperienza delle imprese italiane” intervengono Rodolfo Danielli, direttore generale di Italcementi, Tommaso Giocoladelli, direttore veicoli trasporti leggero di Piaggio, assieme a Tiziana Votta, direttore generale sistemi del gruppo Carraro.
Intanto Claudio Scajola, ministro delle Attività produttive, in occasione del seminario Ice sulle prospettive di investimento nelle zone economiche speciali di Ankara, dice che la Turchia è “un mercato che riveste per il sistema Italia un valore strategico. Il Governo turco – spiega – ha già fatto e sta facendo per incentivare la presenza in Turchia delle imprese italiane, desiderose di consolidare e ampliare la loro attività su questo importante mercato”. Il ministro dell’Industria e del Commercio turco, Ali Coskun, auspica che i rapporti tra i due Paesi possano “progredire ancora di più”.
Fonte:
Denaro.it