Siamo fuori dal tunnel?
09/01/2009
di Renzo Rosati
21/7/2005
Per capire se torna anche un po’ di ottimismo, e dunque di propensione al consumo, sarà importante l’autunno. Intanto l’Istat comunica che le vendite al dettaglio a maggio sono aumentate dello 0,7% rispetto ad aprile 2005 e dello 0,9% rispetto a maggio 2004
L’Italia sta uscendo dal tunnel? Diciamo che almeno se ne incomincia a intravedere la fine. Ecco qualche segnale: l’Istat comunica che le vendite al dettaglio a maggio sono aumentate dello 0,7% rispetto ad aprile 2005 e dello 0,9% rispetto a maggio 2004.
Un incremento mensile così alto non si registrava da giugno 1994. «Gli italiani tornano a consumare» spiegano all’istituto.
Tanto più se si confronta questo dato con il trend precedente: nel periodo gennaio-maggio 2005 il totale delle vendite ha registrato un calo dello 0,6%. Dunque, sembrerebbe un’inversione di tendenza.
I DATI PARLANO CHIARO
Stiamo parlando del valore corrente delle vendite, un indicatore che incorpora sia delle quantità sia i prezzi.
A maggio 2005 si sono registrati aumenti delle vendite al dettaglio rispetto a un anno prima nelle piccole imprese (+0,6%), nelle medie imprese (+1,4), e nelle grandi imprese (+1). Per quanto riguarda le vendite di prodotti non alimentari, maggio 2005 gli incrementi più forti si registrano nel settore delle calzature, articoli in cuoio e viaggio (+3,3%), foto ottica e pellicole (+1,9).
Il valore totale delle vendite al dettaglio è stato più’ consistente al centro (+2,2%) e al nord-est (+1,8).
I prodotti alimentari hanno registrato l’incremento più marcato al centro (+1,2), mentre quelle di prodotti non alimentari sono aumentati di più’ al centro e al nord-est, rispettivamente.
A gettare acqua sul fuoco provvede Sergio Billé, presidente della Confcommercio: «non bisogna gloriarsi eccessivamente, i dati vanno letti con prudenza. In napoletano potremmo dire “vulesse la Madonna che l’inverno è già passato”». Secondo Billé sull’economia «incombe ancora, e soprattutto, il caro petrolio».
E il record del greggio sembra anche il maggiore responsabile del deficit del commercio estero salito a maggio a 6,3 miliardi, peggior risultato dal 2005.
Oltre che sul petrolio, gli esperti puntano l’indice sull’euro forte che ha frenato le esportazioni.
SI ESPORTA DI PIÙ
Eppure l’Italia sta in realtà, in termini di quantità e valore, esportando di più: la meccanica fa registrare un aumento di 14,7 miliardi, mentre all’interno dell’area dell’Ue si registra un surplus di 181 milioni (in precedenza il saldo era negativo). In particolare ripartono le esportazioni verso Germania, Spagna e Francia.
Forse anche confortato da questi dati il ministro dell’Economia, Domenico Siniscalco, annuncia per la seconda volta in pochi giorni che «la recessione è finita».
Afferma il ministro: «Nel secondo trimestre 2005 riappare la crescita, e questa tendenza la prevediamo anche nel terzo».
Siniscalco precisa però che sarà un aumento lieve: ma pur sempre un ritorno del segno più di fronte al dato del Pil.
Vedremo se la tendenza si consoliderà.
È certo, secondo gli esperti, che sulle vendite può avere inciso il lungo blocco dei mesi precedenti, e quindi un semplice bisogno di sostituzione.
Per capire se torna anche un po’ di ottimismo, e dunque di propensione al consumo, sarà importante l’autunno, e soprattutto, ovviamente, dicembre, il mese «padre di tutte le vendite».
Fonte:
Panorama.it