Serbia – Montenegro, un ponte per la Russia

09/01/2009

Verso l’economia di mercato

Il ritorno dell’ex Jugoslavia sulla scena economica internazionale costituisce una ghiotta opportunità per le aziende italiane interessate ai mercati vicini dell’area balcanica.
Il Parlamento federale, paralizzato negli anni del dopoguerra dal problema dello “status” del Montenegro (seconda Repubblica della Federazione) e dall’inattività del nuovo Parlamento serbo, è tornato finalmente a licenziare leggi assai importanti ed innovative. Una di queste, di natura specificamente fiscale (tassazione dei redditi delle persone fisiche e di quelle giuridiche), è la legge sul commercio, che comprende una sostanziosa riduzione del livello generale dei dazi doganali; un’altra è la Legge sulla privatizzazione delle aziende di Stato, che dovrebbe accelerare il processo di trasformazione all’e conomia di mercato. Purtroppo, incompiuta è la Legge sugli Investimenti esteri, tuttora all’esame del Governo di Belgrado, che, viceversa, avrebbe carattere di urgenza, considerata l’importanza che l’afflusso di capitali riveste per la prima Repubblica della Federazione che, da sola, genera il 90% del PIL ed occupa l’87% del territorio del Paese.

I vantaggi per le imprese

Nonostante le carenze e le ombre che ancora contraddistinguono la sua economia, non ultima il tasso dell’inflazione che, a fine 2004, è tornato a due cifre (13,7%), Serbia-Montenegro è Paese che offre interessantissimi vantaggi comparativi. Innanzi tutto perchè è mercato di discrete dimensioni (10,5 milioni di abitanti) e con un ritmo di crescita che, nello stesso 2004, ha sfiorato il + 8%; in secondo luogo perché il suo ingresso nell’UE è previsto non prima del 2012. Ed infatti, se da un lato questo “ritardo” ha conseguenze evidentemente negative sul piano dell’economia e dello sviluppo generale del Paese, dall’altro lato, se visto nell’ottica degli investitori stranieri, presenta un aspetto estremamente interessante: che, a differenza di quei Paesi che già ; hanno aderito o che presto entreranno nell’UE, buoni ultimi la Romania e la Bulgaria (nel 2007), in Serbia e Montenegro sarà possibile, ancora per molti anni, assumere manodopera a basso costo ( mediamente 180 Euro mensili). Infine, Serbia e Montenegro si propone come comoda e privilegiata “porta d’accesso” verso l’Oriente e verso la Russia, Paese con il quale ha siglato un Trattato di libero scambio che prevede la compravendita di merci a dazio zero.

Rapporti con Italia ed UE

Per quanto riguarda i vantaggi legati al suo posizionamento nell’area balcanica, Serbia – Montenegro beneficia degli aiuti concessi dalle Istituzioni Finanziarie Internazionali e, da parte italiana, degli incentivi previsti dalle Leggi 212/92, 84/01 e dai Fondi di Venture Capital di erogazione SIMEST. Non sorprende, per concludere, che questo Paese sia visto dall’imprenditoria italiana come destinazione strategica del Modello degli ormai famosi Distretti Industriali e, recentemente, anche come interessante mercato per il Terziario avanzato, tanto è vero che Banca Intesa sta preparando lo sbarco in Serbia ed Unicredit si è inserito nell’operazione per la privatizzazione della locale Jubanka.
Come si vede, è nell’interesse di tutti che sia siglato al più presto l’Accordo di Associa zione e Stabilizzazione che lega questo Paese all’UE, il cui completamento rimane subordinato ad una più stretta cooperazione di Belgrado con il Tribunale internazionale per i crimini commessi nella ex Jugoslavia.

Roberto Meini
E.B.C. s.r.l. Servizi per l’internazionalizzazione
09/05/2005