Segnali incoraggianti per export e tutela dei prodotti. Entro Natale, via a mille ristoranti certificati Made in Italy

27/10/2010

La Cina è uno dei principali timori dei 24mila imprenditori italiani residenti all’estero che promuovono il Made in Italy, interpellati da Assocameraestero e Unioncamere nell’ambito di una indagine presentata durante la 19° convention mondiale delle Camere di Commercio italiane nel mondo in corso a Parma (tutti i dettagli nell'allegato scaricabile a fondo pagina)

Cina in primis, poi Germania e Spagna, Francia e Hong Kong, sono gli “avversari” sul mercato internazionale per il Made in Italy, ma anche Brasile, Corea del Sud e Turchia cominciano a fare sentire la loro voce in alcuni settori strategici. Le imprese italiane, anche in questo momento di crisi ed inasprimento della competizione mondiale, stanno comunque mostrando di essere pronte ad un rilancio sui mercati internazionali.
I dati, presentati dal viceministro allo Sviluppo economico Adolfo Urso all’assemblea, ne sono una conferma.
«L'export nel nostro paese sta segnando nel 2010 una ripresa importante», ha spiegato Urso. L’alimentazione è stato il settore che ha meglio resistito alla crisi all’interno della quattro A che caratterizzano il nostro export (alimentazione, automazione, abbigliamento e l’arredo). Nello scorso anno c'è stato un calo del 6%, ma nei prim i nove mesi del 2010 c'è stato un recupero, con un incremento del 10%. I dati di tutto l’export italiano hanno invece segnato un calo del 22% ma c'è già stato un recupero di due terzi, del 14%. Segnali incoraggianti su cui si deve lavorare soprattutto per la tutela della tipicità, del made in Italy. Su questo fronte un aiuto importante – ha ricordato Urso – arriverà dall’Unesco che «il prossimo 19 novembre conferirà alla dieta mediterranea il titolo di patrimonio dell’umanità. Per noi è la migliore certificazione possibile».

«La nostra convention cade quest’anno in un momento cruciale per le attività di internazionalizzazione del sistema Italia: una fase di riordino e di ripartenza, legato sia alla riforma delle Camere di commercio italiane sia alla riforma degli strumenti per l'internazionalizzazione», ha sottolineato Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere. Con la riforma delle Camere di commercio – ha evidenziato – il legislatore ha riconosciuto al sistema un carattere unitario attribuendo compiti specifici e funzioni di supporto all’internazionalizzazione in raccordo con il Ministero dello Sviluppo Economico. Con un maggiore sostegno quindi all’operatività estera, «fattore fondamentale di sviluppo per il business aziendale – ha aggiunto Augusto Strianese, presidente di Assocamerestero -. Per questo le camere di commercio italiane all’estero rappresentano una risorsa fondamentale, sia in termini di informazioni strategiche sui nuovi trend internazionali sia per azioni di supporto concreto a modalità di presidio più stabili e strutturate sui mercati».

URSO: "ENTRO NATALE MILLE RISTORANTI CERTIFICATI MADE IN ITALY". L'obiettivo è raggiungere quota mille entro la fine dell’anno: sono i ristoranti certificati made in Italy, una iniziativa delle Camere di commercio italiane nel mondo e del governo per tutelare chi vende solo prodotti italiani e per contrastare le contraffazioni.

L'iniziativa è stata rilanciata dal viceministro per lo Sviluppo economico Adolfo Urso durante la 19° Convention mondiale delle Camere di commercio italiane nel mondo in corso a Parma. «Speriamo di poter concedere prima delle festività natalizie queste mille certificazioni in modo da presentare il progetto alla vasta platea internazionale – ha spiegato -. Questi ristoranti sono la finestra del made in Italy e una porta di ingresso per i turisti che vogliono conoscere il nostro paese». Secondo Urso, «oggi è più che mia importante certificare ciò che è italiano, in modo da contrastare i tanti processi imitativi. Un progetto che serve soprattutto nei nuovi mercati, dove ci sono nuovi consumatori che meno conoscono il vero prodotto italiano». I ristoranti "made in Italy" sono presenti in 55 Paesi e in tutti i continenti.

 

Fonte:
Gazzetta di Parma