Scontro Prodi-Berlusconi sull´allarme Usa
09/01/2009
Il Professore: «Crea paura: non ce n´è bisogno. Ho chiesto spiegazioni». Berlusconi: «Si è intromesso per coprire i violenti»
MILANO – Nuovo scontro a distanza tra i leader dei due Poli. Questa volta al centro dell´acceso botta e risposta è l´allarme terrorismo lanciato dagli Usa. Criticato da Prodi che ha chiesto spiegazioni all´ambasciata americana e difeso dal premier che invece accusa il rivale di «intromettersi negli affari americani per coprire i violenti».
«HO CHIESTO SPIEGAZIONI» – In mattinata il Professore intervistato da Rtl 102.5 fa sapere: «Ho chiesto spiegazioni all´ambasciatore americano, mi ha spiegato che è la prassi, ma io sono rimasto molto colpito, perché una mossa del genere, con elezioni così vicine, può portare un senso di angoscia e di paura, e non ce n´è proprio bisogno. Ora si avvicina il momento della riflessione, i cittadini devono poter decidere liberamente. E il dibattito politico deve muoversi con regole precise, non con fuochi d´artificio tutti i giorni».
«SI E´ INTROMESSO PER COPRIRE I VIOLENTI» – La replica di Berlusconi arriva durante la conferenza stampa convocata sempre in mattinata per snocciolare imprese e traguardi raggiunti dal suo governo di cui «sui giornali non ho trovato notizie» dice polemico: «C´è stata una intromissione di Prodi in ambiti americani, non il contrario. Da Prodi c´è stata una intromissione indebita negli affari Usa» accusa il presidente del Consiglio commentando la presa di posizione di Prodi. Il premier precisa che l´avvertimento non è partito dal governo italiano e lancia l´affondo: «Un´intromissione per coprire la realtà delle cose, e cioè che la sinistra ospita al suo interno chi pratica la violenza in molte direzioni e in occasioni differenti» ha aggiunto, sottolineando che la sinistra «vuole portare in Parlamento il capo di coloro che usano la violenza». Il premier ha sottolineato che l´allarme riguardava i cittadini americani e che le autorità americane avevano il pieno diritto di lanciarlo.
«NON ELEVIAMO I TONI» – Quanto al premier che ha accusato la sinistra di organizzare i suoi «squadristi» il Professore insiste: «Spero davvero che si calmino le acque, una campagna elettorale democratica è sempre dura, ma per favore, non eleviamo i toni. Dovremmo arrivare alle elezioni – ha aggiunto – sereni e tranquilli, come si conviene in democrazia».
Fonte:
Corriere della Sera
23 marzo 2006