«Roma spinge Alitalia nelle braccia di Air France-Klm», ma la francese corteggiata la fa sospirare

24/09/2013

«Roma spinge Alitalia nelle braccia di Air France-Klm», ma la francese corteggiata la fa sospirare

Il tormentato caso Alitalia è l'apertura di Les Echos: "Roma spinge Alitalia nelle braccia di Airfrance", titola con gran rilievo il quotidiano economico francese nella sua edizione cartacea. E non manca un avvertimento: "Farsi coinvolgere ulteriormente in Alitalia è rischioso per Air France-Klm", ammonisce un editoriale intitolato significativamente "Il ponte dei sospiri".

Il gruppo francese "attende di saperne di più prima di pronunciarsi". E può prendere tempo, poiché non sembra esserci "nessuna soluzione concorrente a quella di Air France-Klm". "Cinque anni dopo il salvataggio della compagnia da parte di una cordata di investitori della Penisola, in nome della difesa dell' ‘interesse nazionale', la fattura è pesante per il contribuente italiano", sottolinea Les Echos citando il blog dell'economista Piero Ichino: "Il rifiuto iniziale dell'offerta Air France-Klm ha finito per costarci almeno 4,5 miliardi di euro".

Ma i "piatti riscaldati" della storia "raramente sono i migliori", commenta Les Echos. Ancora una volta, Roma srotola il tappeto rosso davanti ad Air France-Klm e il gruppo francese ha l'occasione di prendere la prima compagnia aerea italiana "al prezzo di qualche apparecchio a lungo raggio". Ma in cinque anni "molta acqua è passata sotto i ponti". Alitalia, che prima suscitava l'interesse di Lufthansa, oggi suscita solo qualche "sospiro infastidito" presso i potenziali pretendenti del Golfo. Invece di tornare a essere redditizia come sperava, Alitalia "non ha deviato dalla traiettoria che le ha fatto perdere più di 3,8 miliardi di euro rispetto al 2008". I suoi attuali proprietari, un consorzio di industriali, guardano al pareggio l'anno prossimo, ma "l'apertura dei collegamenti nazionali alla concorrenza low cost permette di dubitarne". Les Echos consiglia ad Air France di ricordarsi di un proverbio: "Quando ci si deve rompere il collo, si trova la scala!".

"Alitalia è tornata al punto di partenza", constata Le Monde sotto il titolo "Deficitaria, Alitalia cerca investitori": cinque anni dopo che Silvio Berlusconi l'ha "salvata" dall'acquisto puro e semplice da parte di Air France-Klm, è di nuovo verso la compagnia franco-olandese che Alitalia si rivolge, nella speranza di far fronte alle sue difficoltà.

Già perché Alitalia perde soldi. L'italianità della compagnia è stata preservata, ma i suoi conti restano in rosso. Anzi, peggio: "Alitalia è diventata strutturalmente deficitaria". Dal suo fallimento nel 2008, "non ha mai guadagnato soldi". Secondo il sito de La Tribune, nell'ipotesi che offrisse di portare la propria partecipazione in Alitalia al 50%, Air France porrebbe due condizioni: il debito della compagnia italiana dovrebbe essere di nuovo lasciata a carico dell'Italia e la compagnia franco-olandese dovrebbe avere maggiore potere d'intervento sulla gestione di Alitalia.

La vicenda attira l'attenzione anche del Wall Street Journal: "Air France-Klm soppesa la sorte della partecipazione in Alitalia", titola il quotidiano Usa. Il board ha discusso se aumentare la sua partecipazione o lasciar perdere, ma ha detto di volere più informazioni dalla compagnia italiana.

Air France-Klm "vuole mantenere un'entratura nell'ampio mercato italiano ma – ricorda il Wsj – affronta difficoltà finanziarie per conto suo, dopo avere registrato due anni di perdite. I dirigenti di Alitalia – continua il quotidiano Usa – considerano un takeover come una "potenziale ancora di salvezza"

Gli outsider sono attirati in Italia dal mix di passeggeri per turismo e business. Ma l'attrattiva di Alitalia è diminuita con l'erosione della sua fetta di mercato, tra "interferenze politiche, agitazioni dei lavoratori e oscillanti politiche di governo".
Alcuni dirigenti di Air France-Klm, scrive il Wsj citando fonti bene informate, mettono in discussione la necessità di avere partecipazioni in Alitalia. "La dimensione non è una panacea per i problemi né una garanzia di successo", osserva Chris Tarry, un consulente del settore. "Più si è grandi, più grandi possono essere le perdite".
A ragion veduta il Financial Times, nella sua Lex Column, parla di "ginepraio".

 

Fonte:

Il Sole 24 Ore