Ritenuta automatica del 20% su tutti i bonifici dall’estero: interviene la Commissione Ue
17/02/2014
Dal primo febbraio è entrato un vigore un codicillo che assoggetta a ritenuta d'acconto del 20% qualsiasi bonifico estero in entrata, percepito da una persona fisica.
Le ritenute sono automatiche.
Tanto che spetta al contribuente dimostrare che le somme non hanno natura di compenso "reddituale". Intanto, però, le benche incassano. Un procedura che non convince affatto la Commissione europea che analizzerà se la ritenuta automatica del 20% viola o meno il principio della libertà di movimento delle persone.
Le specifiche applicative si trovano nel provvedimento 2013/151663 del direttore dell'Agenzia dell'Entrate del 18 dicembre scorso. Come spiega il Sole 24Ore, "il prelievo è frutto della decisione di considerare ogni bonifico proveniente dall'estero e diretto a una persona fisica italiana, come una componente reddituale imponibile, salvo prova contraria che deve essere data dal contribuente che riceva la somma sul proprio conto corrente". Insomma, ci troviamo davanti a una trattenuta che va a mettere le mani in tasca anche al contribuente il cui importo ricevuto o bonificato non abbia una connotazione reddituale ma unicamente patrimoniale. Da qui i dubbi di Bruxelles. Fonti comunitarie hanno, tuttavia, fatto sapere che al momento non è possibile decidere in un senso o nell’altro perché molto dipende dall’attuazione pratica e dall’effettiva possibilità per i cittadini di dimostrare che i pagamenti non corrispondono al reddito.
A questo punto, come anticipa Radiocor, la Commissione europea dovrà valutare se si tratta di una misura "proporzionata" o meno dal momento che potrebbe esserci una giustificazione al diverso trattamento tra cittadini italiani e cittadini di altri paesi. Per quanto concerne la diversità di trattamento tra cittadini italiani e cittadini di altri paesi dell'Eurozona, alla Commissione europea fanno notare che il Fisco italiano ha pieno accesso ai movimenti bancari sui conti italiani ma non ai conti presso banche estere. Inoltre, se le formalità per dichiarare che i pagamenti non costituiscono reddito non sono sproporzionate, è possibile che non costituiscano una violazione alle norme europee.
Fonte:
IL Sole 24 Ore