Rinvio per Battisti, ma estradizione più vicina
10/09/2009
(AGI) – Brasilia – Cesare Battisti dovra' ancora aspettare, in una cella della prigione di Brasilia, per conoscere il suo destino; ma l'estradizione in Italia dell'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo e' piu' vicina.
Dopo oltre 12 ore di dibattimento, i giudici del Supremo Tribunale Federale (STP) del Brasile hanno rinviato di almeno 10 giorni la decisione sulla richiesta di estradizione avanzata dal governo italiano. Prima della sospensione, tuttavia, quattro giudici si erano pronunciati a favore dell'estradizione e tre contro.
Quando si profilava un orientamento favorevole all'estradizione, l'ottavo componente della Corte Suprema, Marco Aurelio Mello, ha chiesto una pausa di riflessione per poter meglio studiare alcuni aspetti del procedimento di estradizione. A quel punto il presidente Gilmar Mendes -che gia' si era espresso a favore della richiesta italiana- non ha potuto esprimere il proprio voto perche' previsto solo in caso di "impasse".
La complessa seduta di mercoledi' ha segnato un punto a favore del governo italiano perche' la maggioranza dei componenti della Corte si sono schierati tanto per l'accoglimento della pregiudiziale di merito (se cioe' l'asilo politico concesso dal Brasile fosse legittimo) che per l'estradizione. Catturato nel 2007 in Brasile dopo essere fuggito dalla Francia, Battisti ha ottenuto lo status di rifugiato politico dal ministro della Giustizia Tarso Genro a gennaio di quest'anno.
Una decisione accolta con molte critiche in Italia dove Battisti e' stato condannato in contumacia all'ergastolo per quattro omicidi avvenuti alla fine degli anni '70. Sulla pregiudiziale, cinque giudici (contro quattro) hanno dichiarato di ritenere non conforme alla legge e dunque non valido il provvedimento di Genro. Cinque giudici su nove hanno inoltre giudicato inesistente il "fondato timore di persecuzione" evocato dal Guardasigilli nella motivazione del provvedimento.
A favore dell'estradizione, in linea con il relatore Cezar Peluso, si sono espressi i giudici Ellen Gracie, Ayres Britto e Ricardo Lewandowski. Peluso ha detto che "non esiste" un carattere politico nei crimini di Battisti; e il giudice ha aggiunto che la concessione all'asilo politico implicherebbe la presunzione che la magistratura italiana abbia avuto un comportamento arbitrario e irrispettoso dei diritti dell'ex militante.
Il relatore ha solo chiesto che Battisti non debba scontare l'ergastolo, ma solo 30 anni che e' la pena massima prevista dal diritto brasiliano; e ha suggerito anche di conteggiare il periodo che Battisti ha gia' trascorso in una prigione brasiliana in attesa del giudizio di estradizione.
Fonte:
AGI