Regioni indebitate per 650 milioni

09/01/2009

L’allarme della Corte dei Conti: «Spese in accelerazione, trainate dalla sanità»

Enti locali e Regioni hanno centrato nel 2004 gli obiettivi di finanza pubblica dettati dal Patto di stabilità interno. Lo rileva la Corte dei Conti nella relazione annuale sull’andamento della finanza locale, la quale sottolinea anche un indebitamento per le amministrazioni regionali pari a 650 milioni di euro, trainato soprattutto dall’aumento della spesa sanitaria.

Tra 2003 e 2004 le spese complessive sono cresciute, per le Regioni, del 5,4%, con la spesa corrente «in accelerazione» del 10,5 per cento. A pesare, afferma la Corte, sono stati i trasferimenti ad enti pubblici (+12,2%) e i redditi da lavoro dipendente (+11%), ma anche il più che raddoppiato indebitamento delle aziende sanitarie, che ha raggiunto i 5.700 milioni. La Corte annuncia che «sono le categorie di spese non soggette al Patto ad aver evidenziato l’incremento maggiore».

Il totale della spesa soggetta al patto, infatti – afferma la magistratura contabile dello Stato – risulta inferiore, in termini assoluti, allo stesso livello registrato nel 2000. Problematica, piuttosto, appare la situazione della sanità: le uscite complessive sono aumentate di circa il 9%, contro il 3% del 2003, per le spese da redditi di lavoro dipendente (+10%), per consumi intermedi (+10,4%), e per gli acquisti di beni e servizi, cresciuti nell’anno del 7,4 per cento.

La spesa per il personale supera il 70% al Sud. La Corte segnala la crescita di quote di spesa corrente destinate a voci «ad elevata rigidità». Il 17% del totale delle risorse non destinate alla sanità va alle spese per il personale dipendente e al servizio del debito, che sale al 24% nelle regioni del Sud.

Forti, dice la Corte, anche le differenze nell’efficacia delle politiche di razionalizzazione della spesa: se vanno addebitate a Campania, Sicilia e Lazio quasi 2.100 milioni di perdita (oltre il 58% dell’importo complessivo), i risultati delle aziende di Lombardia e Puglia sono invece positivi. Per i rinnovi contrattuali accusano un deficit solo nell’ultimo anno le aziende di Toscana ed Emilia-Romagna.

Fonte:
Il Sole 24 Ore
1/8/2005