Raddoppiano le imprese extra-Ue
09/01/2009
ROMA – L’imprenditore extracomunitario affonda sempre di più le radici in Italia. Al punto che le aziende guidate dagli immigrati sono più che raddoppiate negli ultimi cinque anni superando il tetto delle 200mila unità (+15% nel 2005). Assume anche un rilievo di non poco conto la presenza femminile, tant’é che 25 imprese su 100 sono guidate da donne.
La pattuglia più consistente è guidata da Nord-africani (uno sui quattro) mentre uno su dieci è di matrice cinese; la presenza femminile è pari al 20% del totale. Le attività esercitate in prevalenza sono quelle commerciali e delle costruzioni mentre cresce sempre di più la loro presenza nei phone-center e negli Internet-point. Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna e Veneto sono le Regioni più popolate dagli immigrati; e se Milano rappresenta la loro capitale l’incremento record registrato nel 2005 si è registrato a Palermo.
A fotografare tale realtà è l’Unioncamere che ha utilizzato le informazioni immagazzinate da InfoCamere, la società consortile di informatica collegata alle Camere di Commercio.
Dal Rapporto, già anticipato da «Il Sole-24Ore» del 27 febbraio, è emerso che il saldo tra nuove iscrizioni e cessazioni di imprese individuali (pari a +17.103 unità) è risultato ancora attivo anche nello scorso anno in virtù del determinante peso di circa 27mila nuove imprese fatte nascere dagli extracomunitari. E se non si fosse verificata questa realtà, il saldo delle imprese individuali sarebbe stato negativo con una mortalità di ben 9.830 aziende.
Scendendo nei particolari ed analizzando la realtà territoriale è emerso che la Lombardia ha fatto registrare nel 2005 il migliore saldo attivo (+ 4.966) tra nuove imprese e cessate: Nella speciale classifica al secondo posto si è posizionata l’Emilia-Romagna (+3.136) seguita dalla Toscana (+2.787) e dal Piemonte (2.688). In termini assoluti la palma del primato delle imprese attive guidate da immigrati spetta a Milano con 18.464 unità, pari al 9,1% del totale. Seguono: Roma con 14.333 aziende e Torino con 9.201 imprese.
Di non poco interesse appare la velocità di nascita delle imprese individuali: i dati ufficiali di Unioncamere attribuiscono a Palermo il tasso di incremento più elevato (pari al 26,6%) ma subito a ruota ci sono Alessandria (26,3%) e Vercelli (25,3%).
E messi ai raggi X i settori imprenditoriali quello dell’edilizia con 10.362 aziende presenta il saldo attivo più consistente con una crescita annuale del 22,6%; con un saldo attivo di 9.248 unità è apparso poi il comparto commerciale, cresciuto del 15,4% rispetto al 2004. La miglior performance di crescita (+ 36,4%) è da attribuire al settore delle comunicazioni.
E ai dati dell’Unioncamere si affiancano quelli relativi alla tendenza demografica ipotizzata ieri da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea. L’attuale popolazione italiana (58 milioni) scenderà a 52,5 milioni nel 2051; ai 20,5 milioni di nascite si contrapporranno 31,5 milioni di decessi registrando così un saldo negativo di 11,2 milioni di unità. Si è anche stimato che nel 2051 ci sarà un pensionato ogni due lavoratori attivi contro un rapporto attuale di uno a quattro. In compenso l’afflusso di immigrati sarà di 5,5 milioni di unità.
Fonte:
Il Sole 24 Ore
MICHELE MENICHELLA