Prosegue il lento recupero della manifattura europea
09/01/2009
MILANO – L’indice Pmi della manifattura europea è salito per il terzo mese consecutivo a settembre posizionandosi a 51,7 punti (contro i 50,4 di agosto), un livello che indica una fase espansiva dell’economia. Si tratta del livello più alto da febbraio scorso, mentre gli analisti avevano previsto un dato leggermente inferiore (50,8 punti).
Il dato di settembre ha beneficiato di un euro debole, che ha sostenuto le esportazioni. L’indice, che si basa sulle interviste di circa 3mila direttori d’acquisto, indica che la flessione della moneta unita sul biglietto verde (circa l’11% quest’anno) ha resto i prodotti europei più a buon mercato all’estero, controbilanciando così l’effetto negativo del caro-greggio. “La ripresa continuerà per un periodo – ha detto il capo-economista della Banc of America a Londra – ma l’effetto del caro-greggio si farà sentire sui consumi, più che sulle aziende”.
Entrando nel dettaglio, in Italia l’indice da 50 passa a 51,5, ai massimi da 12 mesi; in particolare, i nuovi ordini crescono da 51 a 52,3 e l’occupazione risale oltre la soglia di 50 punti (50,3) che separa contrazione da espansione.
In Francia l’indice Pmi migliora leggermente da 52,5 a 52,7; in Germania balza da 48,7 a 51; in Spagna sale a 52,1 da 51,4.
“Il miglioramento – spiega Anna Grimaldi di Caboto-Banca Intesa – è largamente spiegato da un aumento dell’indice di produzione (+2 punti a 53,8) e da condizioni di domanda più vivaci (1,8 punti a 53,5)”. Il settore manifatturiero, secondo l’analista, sta beneficiendo di un clima congiunturale più favorevole. “Rimaniamo tuttavia dell’idea che la ripresa rimarrà moderata. Continuiamo a vedere un ritorno della crescita del Pil al trend per fine anno. Ciò nonostante escludiamo che la Bce cominci premere il grilletto a meno di segnali chiari di consolidamento della domanda interna in particolare in Germania”.
Notizie positive per il settore manifatturiero europeo arrivano anche dalle rilevazioni dell’Isae sul clima di fiducia di settembre, cresciuto ai livelli più alti di quest’anno in Italia e Germania, mentre risulta stabile in Francia.
In particolare, comunica l’istituto, l’indice di fiducia delle imprese francesi (elaborato e destagionalizzato dall’Isae in base 2000 su dati Insee) resta invariato a settembre a 79, come nel mese precedente, mentre quello delle imprese tedesche (sempre destagionalizzato in base 2000 su dati Ifo) sale a 95 dal precedente 93, sui livelli più alti dallo scorso dicembre.
In Italia, come già evidenziato nei dati diffusi lo scorso 28 settembre, la fiducia cresce a 89,5 da 87,8 di agosto, sui massimi da novembre dello scorso anno. Dal lato dei prezzi, spiega ancora l’Isae, in Francia e Germania emergono attese di aumenti dei listini industriali, mentre in Italia gli imprenditori si attendono una sostanziale stabilità nella dinamica inflazionistica per i prossimi tre mesi.
Fonte:
La Repubblica
3/10/2005