PITTORESCA – Con ricetta italiana e tecnologia brasiliana, la pinsa romana punta a conquistare il mercato nazionale

22/07/2022

Antenata della pizza ha un impasto leggero, croccante fuori, morbido dentro ed è molto più salutare

Pittoresca si, buonissima anche. Con un boom di crescita dei consumi del 600% negli ultimi due anni in Italia (i dati sono Nielsen), la pinsa romana arriva in Brasile. , a poco a poco, il prodotto conquista il gusto dei brasiliani e il mercato nazionale. A San Paolo è possibile trovare la pasta precotta da preparare in casa in catene come Eataly, o già pronta in ristoranti come Mezzaluna.

Secondo i soci di Italian Bakery House (IBH), l’azienda che ha portato la novità in Brasile, il brasiliano Frederico Tomé e gli italiani Riccardo Bianchi e Massimiliano Bianchi, l’aspettativa è di espandersi in altre regioni del Paese entro la fine del 2022.

“La pinsa romana fa parte dello stesso mercato della pizza, ma con caratteristiche completamente diverse”, spiega Riccardo Bianchi.

Infatti, se pizza e pinsa sono a prima vista simili, la differenza tra loro sta nella formula della pasta, che colloca la pinsa in un altro mercato: quello dei cibi sani. Ecco uno dei motivi del successo di vendita del prodotto in Italia: rispetto alla pizza, la pinsa romana ha il 90% di grassi saturi in meno e quasi zero colesterolo.

In Brasile, oltre ai benefici per la salute, gli imprenditori dell’IBH scommettono anche sull’utilizzo di farine nazionali nella preparazione della pasta pinsa, in questo caso prodotta in Paraná.

“Abbiamo trovato una farina brasiliana di ottima qualità e siamo molto soddisfatti del risultato”, racconta Massimiliano.

Per l’inserimento del prodotto in Brasile, l’idea è venuta da Frederico, che è fornaio e pizzaiolo di formazione.

“All’inizio mi chiamavano matto. Ma oggi posso dire che la mia missione è stata compiuta: lasciare l’eredità della pinsa in Brasile”, dice il brasiliano.

Cos’è la pinsa romana?

Pinsa romana con mortadella e stracciatella / Bruno Lemos

La pinsa è un impasto leggero, croccante fuori e morbido dentro. La sua base contiene l’80% di acqua, che lo rende ipocalorico e facilmente digeribile. È ottenuto da un impasto di tre farine – frumento, riso e soia -, con un tempo di fermentazione di 72 ore.

La parola “pinsa” deriva dal latino, “pinsere”, che significa “allungare”  – che è ciò che si fa quando si lavora l’impasto.

La pinsa è un antenato della pizza. La sua nascita risale all’antico impero romano, quando i contadini preparavano una focaccia molto idratata con acqua e cereali. Poiché all’epoca era un alimento così importante per i romani, lo usavano per chiedere prosperità e ricchezza agli dei.

Per secoli la ricetta è rimasta dimenticata. Tuttavia, negli anni 2000, la pinsa è stata rifatta, dopo essere stata scoperta e riformulata dal fornaio italiano Conrado di Massimo.

La mia esperienza di fare la pinsa a casa

Non bella come quella degli chef, ma con l’impasto altrettanto perfetto: nella mia pinsa ho usato pomodorini, basilico e olio extravergine di oliva / Bruna Galvão – archivio personale

Avevo già assaggiato la pinsa romana in alcuni ristoranti di San Paolo. Oltre alla croccantezza all’esterno e alla morbidezza all’interno, sono rimasta sorpresa anche dal sapore unico dell’impasto, diverso da qualsiasi cosa io abbia mai assaggiato.

Quindi ho provato a fare la pinsa a casa in un forno normale. Confesso che mi sono sbagliata nei primi due tentativi, perché il mio impasto era umido e morbido, niente a che fare con quello che avevo mangiato al ristorante. Dato che non sono brava in cucina, ci ho provato ancora una volta e dunque ho raggiunto la gloria! Ho alzato la temperatura del forno a 270ºC e in 10 minuti la mia base di pinsa romana era come quella degli chef di ristorazione (brava Bruna!!!)

Un altro consiglio è di non usare salse molto acquose, in quanto possono interferire con la qualità della base, che è molto idratata.

Accompagnata da un drink e dalla mia serie preferita del momento, ancora una volta pinsa mi ha conquistato…

Dove prendere la pinsa

Fatta con tre diverse farine, la pinsa romana ha un sapore unico / Bruno Lemos

RESTAURANTES
Basilicata Trattoria (Jardim Paulistano, São Paulo-SP)
Castellammare (Centro, Itapetininga-SP)
Circolo Cucina (República, São Paulo-SP)
Família Presto (Aclimação, São Paulo-SP)
Hamburgueria 285 (Barra da Tijuca, Rio de Janeiro-RJ)
Iate Clube (Higienópolis, São Paulo-SP)
Illy Caffè (Cerqueira César, São Paulo-SP)
Hotel Porto Pacuíba (Ilhabela-SP)
Menu Cozinha & Vinho (Jardim América, Sorocaba-SP)
Mezzaluna (Jardins, São Paulo-SP)
Sensi Gastronomia (Campo Belo, São Paulo-SP)
Spazio di Roma (Centro, São Bernardo do Campo-SP)
Prime Coffee (Tatuapé, São Paulo-SP)
The Joy (Higienópolis, São Paulo-SP)

SUPERMERCADOS
Eataly – Vila Nova Conceição, São Paulo-SP
Empório Varanda – Cidade Jardim, São Paulo-SP
Festval – Curitiba-PR
Hortisabor – Itaim Bibi, São Paulo-SP

Immagine copertina: Bruno Lemos

BRUNA GALVÃO è una giornalista specializzata in Italia / bruna.galvao@agenciacerne.com.br