Omr apre stabilimenti in Usa e Brasile

18/07/2013

BRESCIA
Un nuovo stabilimento in Usa, una nuova unità produttiva in Brasile e l'obiettivo di raddoppiare il fatturato raggiungendo quota un miliardo attraverso acquisizioni e investimenti interni (grazie alla liquidità accumulata negli anni) nello sforzo di verticalizzare il più possibile l'attività.

Le Officine meccaniche rezzatesi (in sigla Omr) di Rezzato (Bs), confermano una vocazione da fornitore globale per l'automotive con un piano di sviluppo che dimostra quanto il sistema Italia abbia ancora le capacità per non arrendersi al leitmotiv del declino. «Il prodotto italiano – spiega Marco Bonometti, presidente della holding – è il migliore dal punto di vista della tecnologia e della qualità. Le aziende italiane devono sviluppare la capacità di sfruttare il vantaggio della globalizzazione a loro vantaggio, strutturandosi per servire i propri clienti in ogni area di mercato del pianeta».

Oggi Omr possiede 15 siti produttivi, di cui 9 in Italia e 6 (in Marocco, India, Cina e Brasile) all'estero. I dipendenti sono circa 3mila, di cui più di 700 in Italia. Nel portafoglio clienti del gruppo ci sono tutte le principali case automobilistiche, per le quali l'azienda bresciana fornisce principalmente componentistica per il motore e per il telaio.

Il 2012 del gruppo si è chiuso con un consolidato di 550 milioni, di cui il 70% fatturato all'estero, e un flusso di cassa positivo per 54 milioni, in crescita rispetto ai 49 milioni dell'anno precedente. «Gran parte di questo risultato – spiega Bonometti, che da qualche mese è anche leader dell'Associazione industriale bresciana – è legato alla commessa relativa alla nuova Maserati, per la quale forniamo componenti motore e sospensioni: a regime inciderà per 100 milioni sui nostri ricavi».

Altra fornitura importante è quella per General motors: Omr si è aggiudicata parti del motore per Europa, Usa, India e Cina. Per il resto, Omr si conferma fornitore mondo di Chrysler (motore e sospensioni), sta dialogando con Alpine Renault-Catheram, e ha ottenuto le commesse per il nuovo Suv che Fiat produrrà, su un'unica piattaforma, in Brasile e a Melfi. «Questa è la globalizzazione – spiega Bonometti –. Se non avessi strutturato il gruppo su base internazionale, non potrei cogliere le opportunità di un mercato dell'auto che ragiona su scala mondiale».
L'obiettivo è crescere ancora per rimanere competitivi.

Le opportunità per acquisizioni, anche in Italia, sono numerose. «Ci stiamo guardando intorno – conferma Bonometti –, ci sono alcune nicchie particolari che vanno monitorate». Per quanto riguarda la via interna, entro l'anno il gruppo, che ha da poco messo a regime un nuovo capannone a Brescia assumendo un centinaio di dipendenti, è pronto a sbarcare negli Usa. «Ci insedieremo a Indianapolis, vicino allo stabilimento della Dallara – spiega Bonometti –. Il primo passo sarà creare un avamposto commerciale, con una ventina di addetti, poi avvieremo alcune linee di produzione, ma solo per lavorazioni meccaniche. Il prodotto italiano resta il migliore, soprattutto per noi che forniamo l'alta gamma: negli Usa hanno dimenticato l'industria, per quanto oggi offrano condizioni molto vantaggiose a chi decide di insediarsi sul loro territorio».

L'azienda crescerà anche in Brasile, dove si prepara a investire 20 milioni per proseguire la verticalizzazione del prodotto. «Produciamo già 5mila basamenti all'anno per Ford – dice il presidente –, in parte per il mercato interno, in parte per l'export Usa. Ma dobbiamo rafforzarci, visto che stiamo acquisendo commesse da Chrysler e VW come produttori unici sia in Europa che in Sudamerica».

 

Fonte:

Il Sole 24 Ore