Nasce a Caltagirone il Polo della bioeconomia

25/03/2015

La produzione di energia elettrica e termica grazie all’utilizzo di scarti agricoli (dalle potature agli scarti agrofrestali derivanti da coltura di cardo, carciofo e fico d'india) e pallet ecologici. È , questa, solo una parte del Polo della Bioeconomia di Caltagirone presentato ieri e che ha tra i punti di forza anche lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia nell’estrazione dei principi attivi da materie vegetali per biocosmesi e applicazioni biomedicali e la produzione di biomateriali per la bioedilizia e altri usi.

Un esempio: attraverso la fabbricazione di pannelli multifunzione per l'edilizia e di pallet ecologici sarà lavorata in loco una quota significativa delle oltre 30.000 tonnellate di legno da riciclo raccolte in Sicilia dal Conai e che ogni anno prendono la strada della Lombardia con un’evidente ricaduta positiva per l'economia locale e un concreto abbattimento nelle emissioni di CO2 legate al trasporto su gomma.

Una iniziativa, quella del Polo della Bioeconomia, che ha il suo motore principale in Renovo, azienda mantovana che fa capo alla holding Fingest della famiglia Arvati, e ha tra i suoi partner oltre al Cnr, Legambiente, la Cooperativa sociale Il Nodo, il Conai, il Gse, la Regione siciliana e i Comuni di Caltagirone e San Cono.

Quello che sta per nascere nel calatino, in provincia di Catania, è un vero e proprio distretto della bioeconomia che a regime punta a dare lavoro a una ottantina di persone. Il progetto, nella sua componente energetica, verrà finanziato dal Fondo Green Star – Comparto Bioenergie, gestito da Ream Sgr e i cui sottoscrittori sono la Fondazione con il Sud, la Fondazione Banco di Sardegna, la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca: si tratta di un fondo etico che ha come obiettivo la realizzazione di iniziative che rispettino i valori di sostenibilità economica ed eticità e che siano capaci di creare valore sociale nei territori di riferimento, attraverso la creazione di un modello sostenibile e replicabile orientato alla produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili. Prevista la realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica e termica per la cui costruzione è stato pianificato un investimento di dieci milioni, alimentato con biomassa ottenuta dagli scarti agricoli raccolti nel territorio, che sarà al servizio delle linee di produzione di pallet ecologici prodotti esclusivamente con legno post-utilizzo e produzione di biomateriali per la bioedilizia ed altri usi.

Il biodistretto calatino, inoltre, avrà un ruolo attivo nella ricerca applicata all'innovazione biotecnologica. In collaborazione con il Cnr, infatti, saranno sviluppate le tecnologie per l'estrazione di oli essenziali, biominerali e biopolimeri da prodotti agricoli come gli agrumi, il cardo, e il ficodindia, finalizzata a ottenere biocosmetici e nuove applicazioni biomedicali ed altri utilizzi. «La piena compatibilità e la valorizzazione delle risorse del territorio si esplicita nella scelta di utilizzare biomassa da scarti e sottoprodotti delle produzioni agricole e alimentari sia come combustibile per la generazione di energia termoelettrica sia come materia prima delle produzioni industriali – ha spiegato il presidente di Renovo Stefano Arvati -. Pertanto, non si verificheranno né sottrazioni di suoli agricoli né interferenze con le colture esistenti. Di contro, agli agricoltori verrà data un'alternativa vantaggiosa al conferimento degli scarti agricoli al Conai o alla combustione sui campi».

 

Fonte:
Il Sole 24 Ore