Mutui, a giugno tassi ai massimi da sei anni (5,85%)

16/07/2008

Nuovo record per i tassi sui mutui che a giugno salgono al 5,85%, toccando così i livelli massimi dall'agosto del 2002. È quanto si legge nel consueto rapporto mensile dell'Abi, che ricorda come i tassi di interesse sui mutui erano già saliti al 5,75% nel mese di maggio. Il dato rilevato dall'Abi sintetizza l'andamento dei tassi fissi e variabili applicati sulle nuove operazioni. E i rialzi dell'Euribor spingono sempre più famiglie a scegliere il tasso fisso per i mutui finalizzati all'acquisto della casa. Secondo i dati dell'Abi, nei primi cinque mesi del 2008 sui nuovi mutui erogati oltre il 70% è a tasso fisso (dal 22,1% del 2003). In forte calo l'incidenza dei mutui a tasso variabile che dal 78% del 2003 sono scesi a meno del 30% nei primi cinque mesi del 2008.

Mutui, in tre anni la rata è aumentata del 25%
di Maximilian Cellino

Tassi Bce più alti, mutui più cari per le famiglie italiane. Questa l'equazione nella mente del risparmiatore che ogni giorno combatte con l'aumento della rata variabile. In realtà il meccanismo di trasmissione fra le decisioni prese a Francoforte e le rate non è poi così immediato: come probabilmente ben sanno i mutuatari, i finanziamenti a tasso variabile sono indicizzati non al tasso di riferimento della Bce (quello che Jean-Claude Trichet e soci hanno alzato ieri dal 4 al 4,25%), ma a quegli Euribor che da tempo stazionano su valori ben più elevati e che si muovono in anticipo per riflettere le decisioni future dei banchieri.

Gli effetti sulla rata
Così l'effetto del rialzo dei tassi della Bce sui tassi interbancari si è già avuto un mese fa, quando Trichet aveva chiaramente spalancato la porta a un rialzo nella riunione di luglio. Un impatto tutto sommato limitato, in questo caso, perché l'Euribor a un mese (base 360) è passato dal 4,39% medio di maggio al 4,46% del fixing di ieri mattina, mentre la scadenza a 3 mesi è salita dal 4,86% al 4,97 per cento. Tradotto in soldoni, la mossa della Bce ha provocato un aumento di 6 euro (da 700 a 706 euro) sulla rata mensile di un prestito ventennale da 100mila euro acceso nel settembre 2005 (alla vigilia, cioè, dell'ondata di aumenti del costo del denaro decisa a Francoforte).

Detto così, non sembrerebbe poi un rincaro particolarmente pesante. Ma è quando si guarda all'effetto complessivo degli ultimi 3 anni che il bilancio si fa più preoccupante per i mutuatari, perché la rata del prestito ventennale appena considerato è cresciuta di oltre il 25% rispetto ai 562 euro da cui si era partiti. In altre parole, adesso si pagano in più 144 euro ogni mese, ovvero 1.728 euro all'anno da sottrarre al budget familiare (e per un prestito a 30 anni, come si legge nella tabella a fianco, il maggior onere annuale sfiora i 2mila euro).

Guardando invece al futuro, il problema per i risparmiatori è capire se la mossa della Bce sia isolata o sia invece il preludio a una nuova serie di rialzi. E soprattutto, quanto a lungo possa continuare l'anomalia che vede i tassi interbancari sensibilmente al di sopra dei saggi ufficiali a causa della crisi di fiducia provocata dall'ondata subprime sui mercati del credito. Sul primo punto, Trichet ha lasciato chiaramente intendere in conferenza stampa che il rialzo operato ieri ha più che altro valore dimostrativo e non rappresenta necessariamente l'inizio di una fase restrittiva da parte dell'Eurotower. Detto questo, i mercati monetari faticano per il momento ad adeguarsi e continuano nonostante tutto a scontare un rialzo di 25 punti base entro fine anno e un ulteriore arrotondamento al 4,75% a metà del 2009.

Euribor oltre il 5% nel 2008
Ancora più complessa è la situazione sugli Euribor: i tassi non si sono praticamente mossi dopo l'annuncio, ma si adegueranno progressivamente dal 9 luglio in poi, quando cioè la manovra sarà operativa. «Nelle prossime settimane – spiega a questo proposito Luigi Fasciano, amministratore delegato di Aritma, società di consulenza finanziaria per le imprese – potremo assistere a una graduale increspatura dell'Euribor a un mese al 4,55%, mentre il baluardo del 5% per il 3 mesi sarà probabilmente infranto e il tasso andrà a collocarsi attorno al 5,05%».

Anche spostando l'attenzione sui mesi successivi, le attese dei mercati non sono particolarmente rosee: il contratto future sull'Euribor 3 mesi indica un livello superiore al 5% per tutto il 2008 (con un picco del 5,12% a dicembre) e un rientro graduale nei mesi successivi. Previsioni certo meno fosche rispetto a quelle di qualche settimana fa (quando l'Euribor a tre mesi veniva indicato addirittura al 5,40% per fine anno), ma che ugualmente non suonano beneaugurati per chi è alle prese con un prestito a tasso variabile.

Le soluzioni per alleviare il peso della rata – a partire dalla rinegoziazione proposta dalla Convenzione Abi-Governo siglata nelle scorse settimane, ma senza dimenticare la surroga del decreto Bersani – non mancano.

Fonte:
Il Sole 24 Ore