Montezemolo: Ferrari torna in Fiat

09/01/2009

«Niente Borsa per il Cavallino. Siamo industriali e vogliamo esserlo sempre di più»

FIORANO. «Il nostro obiettivo è ricomprare l’intera quota ceduta 4 anni fa a Mediobanca. Perchè la Ferrari è una partecipazione strategica di Fiat, che ha controllato sempre il 90% delle azioni, mentre il 10% è di Piero Ferrari». Luca Montezemolo lo ribadisce con forza alla consegna dei «Podi Ferrari», i premi per i partner tecnologici del Cavallino, che ha radunato a Fiorano 700 fornitori ufficiali. Un’analisi a 360 gradi sull’operazione di rientro avviata con Mediobanca (il 34% iniziale è diventato 29% dopo l’intervento di altre banche), ma più in generale sulle prospettive dell’azienda-Italia, compresi gli scandali sportivi che ne minano la credibilità.

Vocazione industriale
«Marchionne sta lavorando intensamente per riportare a casa la Ferrari – spiega il presidente – e sarà lui, al momento opportuno, a chiarirne i dettagli. L’accelerazione dei tempi è dettata dalla scadenza del 30 giugno 2006, fissata al momento della cessione, entro cui Fiat avrebbe potuto esercitare l’opzione “call”. Ma nessuno ha la pistola puntata alla nuca, se servissero tre mesi per formalizzare l’operazione non ci sono problemi, con Mediobanca c’è un rapporto amichevole. Come con il fondo arabo Mubadala di Abu Dhabi: se vorrà mantenere il proprio 5% ci farà piacere. A me preme sottolineare che questa decisione segue la scelta fatta due anni fa sulla vocazione industriale della Fiat il cui obiettivo è costruire trattori, camion, autobus e anche auto straordinarie. Ho massimo rispetto di chi fa finanza, noi però siamo industriali e lo vogliamo essere sempre di più. Fiat è acronimo di Fabbrica Italiana Automobili Torino, l’auto è il suo core business e mi ha fatto piacere notare, all’inaugurazione del nuovo Motor Village di Mirafiori, diversi punti di contatto tra Fiat e Ferrari: parlo di ambiente di lavoro e trasferimento di ricerca dalla F1 alla produzione, grazie anche all’apporto del Centro Ricerche». Nessuna ipotesi di quotazione per il Cavallino: «Non ne vorrei più parlare – ribadisce -, diciamo per almeno dieci anni».

La crescita Ferrari
Si profila un altro anno record per Maranello: «Nel primo trimestre abbiamo registrato +27% di fatturato e 11 milioni di utile contro i meno 8 dello stesso periodo 2005. Abbiamo di fronte tre anni di sviluppo in cui consolideremo l’effetto dei nuovi modelli e dei nuovi mercati. Nessun gruppo al mondo ha un parco macchine così moderno: la più vecchia ha solo 2 anni e mezzo e l’ultima, la 599 Gtb Fiorano, è la vettura più straordinaria mai realizzata. Siamo in 52 Paesi che rappresentano il 90% della motorizzazione totale. Il 30% delle Ferrari viene venduto in Oriente, stiamo aprendo un nuovo showroom a Pechino e in Cina partiamo da 120 vetture consegnate». Un esempio da seguire, secondo Montezemolo: «L’Italia deve fortemente rivalutare il lavoro e l’impresa».

Il calcio scandalo
Ma l’Italia è anche un Paese messo alla berlina da nuovi scandali. Sui quali Montezemolo è lapidario: «Quanto è successo nel calcio è triste ma salutare. Non voglio parlare di Juventus perchè Fiat è soltanto uno degli sponsor, come altre grandi aziende. Mi dispiace però che in questa, come in altre vicende italiane, ci sia stato un atteggiamento autoreferenziale dell’ambiente. Se non fosse intervenuta la magistratura, non sarebbe successo niente. È paradossale, molto grave. Un ricambio totale della classe dirigente sarà utile, serve un forte cambiamento come accaduto un anno fa nel mondo delle banche. Si gioca anche troppo e il troppo stanca. Quando si superano tutti i limiti bisogna fare un passo indietro, far rispettare le regole e se non ci sono farne di nuove, evitare certi incredibili conflitti d’interesse. Chi assiste a una partita può avere dubbi su chi tifare, non deve averne mai su ciò che succede in campo. Il calcio per l’Italia non è solo sport e passione, è un enorme volano economico che porta in giro l’immagine del Paese: ad Abu Dhabi conoscono i nostri giocatori, la generazione dei Baggio incantò il Giappone, ora ci seguono in Cina».

Il Mondiale
Montezemolo sorride quando gli si fa notare che Berlusconi vorrebbe un paio di scudetti postumi. «Berlusconi – commenta – non si accontenta mai. Per tutto». Poi parla dell’imminente Mondiale: «Lippi ha una squadra un po’ vecchia ma forte. Come ex organizzatore, spero che tutto fili liscio e dico forza Italia. Si parla di squadre emergenti, poi alla fine vince sempre il Brasile. Cioè il bel calcio, che negli ultimi anni è mancato. Mi auguro una finale Italia-Brasile».

I magliari in Formula 1
Il presidente della Ferrari dice di essersi «riconciliato con lo sport» grazie alla sfida corretta e appassionante tra Rossi e Capirossi al Mugello. «Valentino ha fatto la cosa giusta rinunciando alla F1. Noi gli abbiamo dato la possibilità di confrontarsi con se stesso e ha capito che in moto dà ancora il meglio». Ripete di «non aver digerito» la retrocessione di Schumacher all’ultimo posto a Montecarlo: «Ma mi conforta la dedizione con cui Michael, che ha vinto più di tutti, ha corso quella gara. In F1 c’è gente seria e ci sono dei magliari. Ciò che interessa a me è che Ferrari e Bridgestone siano tornati al vertice. Il campionato è lungo, non ci arrenderemo fino all’ultima gara in Brasile. Abbiamo trionfato per sei anni di fila, il ciclo per me non è irripetibile, torneremo a vincere qualche mondiale».

Fonte:
La Stampa Web