Micro-impresa, anche il Brasile dà lezioni all’Italia

22/07/2013

di LORENZO GUGGIARI

Molto spesso il nostro sventurato paese viene paragonato ad altre nazioni comela Svizzera, la Germania o l’Australia che hanno sistemi politici e soprattutto fiscali molto più efficienti e meno invasivi dei nostri. Purtroppo ormai siamo un paese in via di sottosviluppo e il raffronto con un paese come il Brasile è impietoso. Il gigante sud americano non sta certo vivendo un momento particolarmente felice, l’economia è ferma, l’inflazione è in continuo aumento e quasi ogni giorno la popolazione scende in strada per protestare contro il governo. Nonostante ciò il quadro normativo è – sotto certi punti di vista – molto più evoluto di quanto si possa immaginare.

Recentemente, la Fondazione GetulioVargas ha divulgato l’Indice dell’Economia Sommersa dal quale risulta che nel 2012 l’economia informale ha generato R$ 730 miliardi, questo valore rappresenta il 16,6% del PIL brasiliano. Rispetto al 2011 il calo è stato dello 0,3% e da quando l’indice è stato creato la diminuzione è stata costante, all’inizio della serie storica nel 2003 la percentuale sul PIL era del 21%.

I buoni risultati rispecchiano due misure adottate nel corso degli ultimi anni da parte del governo per agevolare le micro e piccole imprese:la SuperSemplicee la creazione della figura giuridica del Microimprenditore Individuale (MEI). Di entrambe si è festeggiato l’anniversario il 1° luglio, in pochi anni questi due provvedimenti si sono rivelati vincenti diminuendo l’economia sommersa, semplificando la burocrazia e abbassando il carico fiscale; inoltre le entrate tributarie sono aumentate per l’unione, gli stati ed i comuni.

La Super Semplicefu creata insieme alla Legge Generale della Micro e Piccola Impresa nel 2006 ed entrò in vigore nel 2007. Possono aderirvi le imprese che fatturano fino a R$ 3,6 milioni all’anno e il regime differenziato prevede una riduzione del carico fiscale del 40% e l’unificazione di otto imposte differenti: sei federali, una statale ed una comunale. I benefici non sono stati solo per le imprese ma anche per il fisco che ha visto le proprie entrate passare dai R$ 8,38 miliardi del 2007 ai R$ 46,5 miliardi dello scorso anno, in sei anni il totale riscosso ha superato i R$ 200 miliardi. Le imprese che hanno aderito alla Super Semplice sono circa 7,5 milioni e quasi la metà sono Microimprenditori Individuali.

La figura del Microimprenditore Individuale è entrata in vigore nel 2009 ed è destinata alle imprese che fatturano fino a R$ 5.000 al mese, ossia R$ 60 mila all’anno. Questa tipologia di impresa paga da R$33,90 aR$ 39,90 al mese di imposte e contributi previdenziali. Tutta la parte burocratica per l’apertura dell’impresa e il pagamento delle imposte può essere fatto gratuitamente attraverso internet. Le società registrate sono più di 3 milioni, è importante mettere in risalto che quasi tutte operavano nella totale informalità.

Torniamo alle nostre latitudini e “traduciamo” il Real in Euro: cosa penserebbe un artigiano o un consulente che fattura fino € 60 mila all’anno se pagasse solo € 39,90 al mese per le imposte ed i contributi? Quanto risparmierebbe di onorari per notai, avvocati e commercialisti visto che per espletare le pratiche burocratiche e per pagare le imposte sarebbe necessario solo collegarsi ad internet? E come quantificare il tempo perso in coda agli innumerevoli sportelli della nostra macchina burocratica? E le nostre piccole imprese? Con un fatturato annuo sotto i € 3,6 milioni risparmierebbero il 40% di imposte e invece di avere a che fare con l’F24 che sembra un papiro egizio potrebbero raggruppare tutte le imposte in un’unica voce. Sembra fantascienza nel paese di Pulcinella però è la realtà quotidiana di 7 milioni e mezzo di imprenditori in Brasile,  grazie a queste norme il paese del samba e del carnevale conta 37,4 milioni di aziende ed occupa il 4° posto al mondo, dietro solo a: USA, Cina e Nigeria.

L’aspetto che intristisce e provoca rabbia è che il Brasile non è certo un paradiso fiscale, anzi è considerato un paese poco business friendly dove burocrazia e carico fiscale sono molto elevati, nonostante ciò si dimostra molto migliore di FallItalia.

 

Fonte:
L'indipendenza