Mab Unesco, l’Umbria candidata a riserva della biosfera con il Monte Peglia

21/09/2017

Repubblica.it: Ambiente – 21 settembre 2017

Mab Unesco, l'Umbria candidata a riserva della biosfera con il Monte Peglia

L'area incontaminata nel cuore della regione punta a ottenere il riconoscimento mondiale per la tutela della biodiversità grazie all'azione di un gruppo di cittadini

di Monica Rubino

ROMA – Un'area incontaminata nel cuore dell'Umbria candidata all'Unesco Mab, il riconoscimento internazionale per la biodiversità. Si tratta della riserva naturale di Monte Peglia, un'ampia zona vulcanologica e forestata, situata nel territorio del comune di San Venanzo, proprio in mezzo alla regione già centro dell'Italia. Il ministero dell'Ambiente punta quindi sull'Umbria, già martoriata dal terremoto e ansiosa di ripartire, per ottenere il prestigioso Mab (acronimo di Man and the biosphere). Il titolo, di per sé, non porta direttamente soldi in cassa, ma regala al comprensorio che lo ottiene un marchio di qualità che potrebbe rendere più facile l'accesso ai fondi europei per lo sviluppo. 
 
Movimento cittadino. La candidatura a riserva mondiale della biodiversità del Monte Peglia è nata dal basso, grazie al lungo e instancabile lavoro di un comitato di cittadini. "E la prima volta per l'Umbria che c'è una candidatura a un riconoscimento così importante. Il nostro è un esempio di democrazia partecipativa, un'esperienza promossa da un gruppo di cittadini cui si sono gradatamente aggregati associazioni, soggetti pubblici e privati –  spiega l'avvocato Francesco Paola, presidente dell'Associazione Monte Peglia per Unesco, che aggiunge: "Non è solo un progetto di tutela, ma un modello culturale di sostenibilità ai tempi delle crisi e delle emergenze climatiche. Abbiamo lavorato sodo, senza secondi fini e senza soldi pubblici. E speriamo che la nostra azione possa innescare processi virtuosi in zone limitrofe, dalla Toscana al Lazio".

Il territorio. La vetta umbra fa parte di un gruppo di rilievi che dividono il territorio di Orvieto dalla valle del Tevere. Grazie alla sua posizione isolata, si è trasformata in un'area rifugio per molte specie biologiche rare e in via d'estinzione. "La zona è un serbatoio naturale di biodiversità ed è di proprietà demaniale – continua Paola – Un patrimonio pubblico circondato da borghi medievali di grande valore storico, come Poggio Aquilone, Civitella dei Conti, Rotecastello". Al fianco dell'Associazione si sono schierati l'Agenzia forestale della Regione Umbria, l'Arci caccia, l'Associazione italiana guide escursionistiche, il Comune di San Venanzo e l'associazione culturale Umbrò.
 
Fauna e flora. Nel comprensorio del Peglia si osservano attualmente ben quarantaquattro specie di mammiferi selvatici, oltre a trentaquattro varietà di uccelli, tra cui la moretta tabaccaia. Ricchissima è la flora calcolabile in oltre mille specie molte delle quali rarissime come l'ipocisto rosso (Cytinus Ruber) e l'ipocisto giallo (Cytinus Hipocistis). Tra gli animali protetti qui si trova il gatto selvatico, la martora, il falco pellegrino, il gufo reale, la salamandrina pezzata e quella dagli occhiali, il cavedano etrusco ed il gambero di fiume ormai scomparsi altrove.
 
Giacimento fossile. La zona si segnala anche per l'importante giacimento di fossili preistorici del Monte Peglia, vecchio di settecentomila anni e uno dei più conosciuti d'Italia, e i tre piccoli vulcani spenti di San Venanzo (paese nato proprio sul crinale di uno di essi), dove si osserva l'associazione di rocce rarissime presenti solo in Cina, Uganda e Brasile.
 
La parola spetta adesso a Parigi: la decisione è attesa nei prossimi mesi, ma la riserva del Monte Peglia ha tutte le carte in regola per ottenere il titolo Unesco.

Fonte: http://www.repubblica.it/ambiente/2017/09/21/news/mab_unesco_umbria_candidata_con_il_monte_peglia-176102537/