Luci e ombre sul Brasile
16/08/2010
Il gigante sudamericano è uno dei motori della ripresa mondiale, ma gli esperti si dividono sulle prospettive future.
Il Brasile è uno dei Paesi che conta di più in ogni portafoglio dedicato ai mercati emergenti. In media pesa il 16% nei comparti emerging markets e arriva anche al 70% nei fondi dedicati alla sola America latina (dati al 4 agosto 2010), principalmente grazie alla popolarità dei giganti operanti nel settore delle materie prime, come Petroleo Brasileiro o Vale.
Ma c’è di più. La classe media è quasi raddoppiata negli ultimi anni grazie ai bassi tassi d’interesse e al facile accesso al credito. La crescita del salario medio potrebbe essere il traino per irrobustire le vendite retail, la produzione industriale e il mercato immobiliare. La prova di questi cambiamenti risiede nei ribilanciamenti che l’indice Msci Brazil ha effettuato negli ultimi anni, per meglio riflettere l’economia carioca. Il benchmark ha infatti aumento molto l’esposizione verso il settore finanziario e industriale, a scapito delle commodity e dei titoli telecom.
Peso % dei vari settori dell'indice Msci Brazil 2005 vs 2010
Fonte: Morningstar Direct
Sono state proprio le azioni domestiche a trainare il rally del 2009 (+128% per l’indice Msci Brazil, in dollari), si legge in una nota Morningstar a cura di Karin Anderson. Il mercato ha poi preso fiato nella prima metà di quest’anno (-3% nei primi sette mesi del 2010, in dollari).
Ma qual è l’outlook per la seconda parte dell’anno e per il 2011? Le azioni domestiche possono segnare una nuova alba per il mercato brasiliano o sono cresciute troppo? Morningstar lo ha chiesto in un recente sondaggio a diversi gestori e, non sorprendentemente, ci sono visioni diverse.
Le luci…
Se si confronta il Brasile con gli altri principali Paesi in via di sviluppo si possono trovare diversi vantaggi. Oltre ad essere un mercato diversificato, presenta una forte stabilità politica. In più, il gigante verdeoro ha sofferto molto meno la crisi finanziaria del 2007-2008 e ha recuperato più velocemente, continua la nota Morningstar. Senza dimenticare che la Borsa di San Paolo (Bovespa) è la più liquida e quella che presenta gli standard d’ingresso più alti di tutto il Sudamerica.
Recentemente, le banche brasiliane hanno attratto molti gestori. Howard Appleby, di Harbor International, preferisce le grandi banche, in quanto non erano esposte al rischio di contagio durante la crisi finanziaria perchè non presentavano grossi ricorsi alla leva. Per il lungo termine, prosegue Appleby, offrono interessanti opportunità di crescita dati i bassi tassi d’interesse.
Non bisogna però sottovalutare le potenzialità del settore immobiliare e delle infrastrutture. Will Landers, di BlackRock, punta ai costrutturi di case, anche perchè un eventuale aumento dei tassi d’interesse non influirà particolarmente su questo settore.
Un altro gestore intervistato da Morningstar, Jose Costa Buck, scommette invece sulle aziende retail, in quanto beneficeranno della crescita della classe media brasiliana.
…e le ombre
Ci sono però dei gestori che non hanno una visione così positiva del futuro verdeoro. Anzi, credono che il mercato abbia già corso troppo e che molti titoli siano sopravvalutati. Ad esempio, Ruchir Sharma di Morgan Stanley, imputa la corsa dell’anno scorso ad una serie di notizie positive, ma non replicabili: la scoperta di nuovi giacimenti di petrolio, la vittoria del bando per le Olimpiadi del 2016 e i mondiali di calcio nel 2014.
Al contrario di Appleby, Adam Kutas di Fidelity, trova le quotazioni delle banche brasiliane eccezionalmente alte e non molto attrattive. Inoltre, crede che le stime di crescita dei prestiti per l’anno in corso siano troppo ottimistiche. Dello stesso parere sembra essere Thomas White, gestore del fondo Thomas White International (fondo non disponibile in Italia), il quale pensa il rialzo dei tassi d’interesse bloccherà l’accesso al credito, anche perchè il Brasile, a differenza di Cina e India, presenta un tasso di risparmio molto basso.
Per gli investitori italiani
Per chi volesse investire in Brasile, le opzioni non mancano. Come abbiamo visto, ampie fette di portafogli dedicati ai mercati mergenti e all’America latina sono occupate dal Brasile, oltre ai numerosi Etf quotati a Piazza Affari: Amundi Etf Msci Brazil, Db X-Tracker Msci Brazil, iShares Msci Brazil (tutti e tre in perdita di circa 3 punti percentuali da inzio anno; dati in euro al 9 agosto) e Lyxor Etf Brazil, che replica l’indice Bovespa (+2,9% da inizio anno).
Fonte:
Morningstar