L’Ottobre «rosso» delle Borse

01/11/2008

Finalmente è finito. Il terribile «ottobre rosso», il peggiore della storia di Wall Street, è ormai alle spalle. Da sempre un mese critico per le Borse, questo periodo viene spesso ricordato per avere fatto sgretolare le speranze di guadagni di molti investitori: ad ottobre si ricordano la crisi finanziaria del 1987 e l'anniversario della Grande Depressione del 29.

Quest'anno però è stato diverso, nessuno aveva assistito in diretta al violento crollo dei mercati finanziari, settimane da incubo che in molti sperano irripetibili. Ma con la festa celtica di Halloween arriva un regalo per gli investitori: ieri Wall Street ha chiuso un'altra seduta positiva con il Dow Jones a +1,8%, l'S&P's 500 a +1,54% e il Nasdaq a +1,39%. Tuttavia, prendendo a riferimento i livelli di lunedì scorso dell'S&P's 500, prima del taglio drastico dei tassi da parte della Fed, la perdita messa a segno da inizio mese aveva toccato il 27,2%, un record da annoverare tra i peggiori degli ultimi 57 anni, più ampio di quello dell'ottobre 1987, quando l'indice andò in rosso del 21,76 per cento.

Un malessere quello delle Borse che ha contagiato tutti i mercati, costringendo i governi di mezzo mondo ad interventi drastici per entrare in soccorso delle banche ad un passo dall'insolvenza: soltanto il governo americano ha dovuto stanziare un piano di emergenza da 700 miliardi di dollari, entrando come azionista in molti istituti di credito, mentre la Federal Reserve è stata costretta a riacquistare titoli "tossici" per sostenere le contrattazioni, fino al taglio dei tassi di interesse scesi all'1 per cento.

Ora lo spettro è quello della recessione e i dati sull'economia americana sono sotto gli occhi di tutti: a settembre la spesa per consumi è scesa dello 0,3%, il peggior risultato da giugno 2004, un dato che va di pari passo con il crollo ad ottobre dell'indice Chicago Pmi sull'attività manifatturiera ai minimi dal 2001, ovvero dai tempi dell'ultima recessione. Insomma la luce in fondo al tunnel è ancora lontana e gli operatori non si fidano di sporadiche riprese dei listini: soltanto quando questo trend si sarà stabilizzato per almeno una ventina di giorni si potrà cominciare a respirare. Fino ad allora è meglio non arrischiarsi in valutazioni azzardate che potrebbero essere smentite nel giro di poche ore.

Per chi ama le statistiche si può allora dire che tra le principali Borse, il bilancio peggiore del mese va assegnato a Wall Street con l'indice S&P's 500 a -16,94% e il Nasdaq a -18,6 per cento, dopo avere recuperato in settimana con guadagni rispettivamente del 10,5% e del 9,7 per cento. In Europa, lo Stoxx600 ha chiuso il mese in rosso del 13,3%, mentre il bilancio degli ultimi sette giorni ha visto la rimonta delle Borse del Vecchio Continente con un balzo del 12%, il migliore dal 2001. In ottobre, è Milano ad aver accusato la peggiore performance (Mibtel -15,42%, S&P/Mib -16,31%)), seguita da Francoforte (Dax -14,46%), Parigi (Cac40 -13,52%) e Londra (Ftse -10,71%).

Bilancio negativo anche per la Borsa di Tokyo che a fine mese mette a segno un -23,83%, con la chiusura di ieri in calo del 5,01% a seguito del taglio dei tassi d'interesse dello 0,3 per cento. Nella graduatoria dei crolli dell'ottobre rosso, la maglia nera va alla Borsa islandese, con una perdita nell'ultimo mese dell'80,82%. L'indice Micex di Mosca cede il 28,77%, mentre l'Rts denominato in dollari il 36,18 per cento.

Ora si guarda all'avvio del nuovo mese con gli occhi del mercato puntati sull'esito delle elezioni negli Stati Uniti (martedì) e delle riunioni della Bce e della Banca d'Inghilterra (entrambe giovedì), dalle quali potrebbero arrivare nuovi tagli dei tassi. Intanto, a guidare i rialzi di ieri, in una giornata in cui hanno dominato cautela e volatilità, sono stati i guadagni di Francoforte (+2,44%) che ha fatto da traino dei principali listini: Londra è salita del 2%, Parigi del 2,3% e Milano del 2,8%. Ha fatto meglio soltanto Madrid chiudendo a +3,3 per cento.

Dagli Usa all'Europa, sui listini hanno dominato i titoli finanziari come il balzo di Aig salita del 13,49% e quello di JP Morgan del 6,06%. Denaro anche su American Express (+4,89%) e Citigroup (+3,495). In Europa, Barclays ha ceduto il passo chiudendo a -12,8% dopo l'aumento di capitale da 7,3 miliardi di sterline, in rosso anche Commerzbank (-6,2%). A Piazza Affari Intesa Sanpaolo ha chiuso in rialzo dell'1,83%, mentre hanno accelerato UniCredit (+5,77%), Bpm (+4,77%) e il Banco Popolare (+5,3%).

Fonte:
Il Sole 24 Ore
Mara Monti