L’influenza del Brasile in America Latina
24/02/2015
Il bacino del Rio de la Plata (mappa in testata) è un’area fertile e temperata nonché uno dei bacini fluviali più grandi del mondo, a cavallo fra Bolivia, Brasile, Paraguay, Uruguay e Argentina. Questo stati sono spesso in competizione fra di loro per il controllo della regione.
Durante la guerra della Triplice Alleanza del 1865-1870, il conflitto più sanguinoso dell’America latina, il Paraguay tentò di assumere il controllo della rete di trasporti fluviale del Paranà e del Rio de la Plata, ma venne sconfitto e perse metà del suo territorio e gran parte della sua popolazione maschile. La guerra rese più evidente la realtà geopolitica della regione: Paraguay, Uruguay e, in misura minore – anche per la posizione leggermente decentrata – Bolivia, fungevano da stati cuscinetto tra Brasile e Argentina, i paesi più grandi e popolosi della regione.
Nel XX secolo Argentina e Brasile svilupparono economie dinamiche e industrializzate, e iniziarono a espandere la propria influenza sugli altri stati minori nella regione del Rio de la Plata, offrendo protezione e firmando accordi commerciali per avere le materie prime per le loro industrie.
Negli ultimi 10 anni gli equilibri geopolitici sono cambiati: l’Argentina a perso terreno a scapito del Brasile.
Il Brasile influenzare i paesi vicini nel campo dell’ agricoltura, dell’energia, della finanza e della sicurezza.
Brasile e Paraguay
In Paraguay le terre e la produzione agricola sono in buona parte controllate dai Brasiliani: su invito del governo paraguaiano, che voleva attrarre investimenti esteri, negli anni ’60 iniziarono ad arrivare imprenditori brasiliani – chiamati con disprezzo “Brasiguayos” – che comprarono terre a prezzi stracciati per coltivare soia o allevare bestiame.
La diga di Itaipù, al confine fra Paraguay e Brasile (mappa a lato), è uno degli impianti idroelettrici più grandi del mondo – con una produzione pari a 14.000 megawatt – e soddisfa il 14% del fabbisogno totale del paese. La diga è parzialmente in territorio paraguayano, ma è sorvegliata da un contingente militare brasiliano pronto a entrare in azione.
Il Brasile ha inoltre delocalizzato parti della sua industria manifatturiera in Paraguay, dove l’elettricità e la manodopera costano meno.
Sul piano della sicurezza, l’esercito brasiliano partecipa a esercitazioni militari congiunte con l’esercito paraguayano, e tiene corsi di addestramento ai vicini nell’utilizzo di velivoli e attrezzature per la lotta al traffico di droga.
Brasile e Uruguay
I Brasiliani controllano buona parte delle terre e della produzione agricola anche in Uruguay: negli anni 90 gli imprenditori agricoli hanno comprato molte terre nel paese e prezzo basso. Ora il governo uruguayano ha emesso un provvedimento per limitare la possibilità di acquisto di terra da parte di stranieri.
In alcune zone il confine tra i due paesi non esiste più: ad esempio a Rivera e Santana do Livramento soltanto un monumento al centro di una piazza fa capire dove si trova il confine. Per questo i due paesi hanno deciso di concedere la doppia cittadinanza a chi è nato sul confine.
I due paesi inoltre collaborano in ambito militare: nel 2010 hanno firmato un accordo di cooperazione per l’acquisto di beni e servizi per la difesa, e c’è un accordo di cooperazione tra i corpi di polizia. Gli eserciti organizzano esercitazioni congiunte e sono frequenti gli scambi fra ufficiali, piloti e tecnici per l’utilizzo di elicotteri di produzione brasiliana.
Brasile e Bolivia
Brasile e Bolivia condividono un lunghissimo confine. Con il trattato di Petropolis del 1903 il Brasile ottenne dalla Bolivia lo stato di Acre, famoso per la sua produzione di gomma. Il Brasile controlla anche gran parte della produzione boliviana di soia e importa molti prodotti alimentari boliviani– oltre a fungere da corridoio di collegamento per l’export boliviano.
Oggi il Brasile è il principale mercato di esportazione del gas naturale boliviano , grazie alla costruzione di un gasdotto di 3150 km che connette Santa Cruz de la Sierra in Bolivia con Canoas, nel Brasile meridionale. Nel 2013 il Brasile ha firmato un accordo con Bolivia e Peru per la costruzione di una ferrovia interoceanica che favorisca i commerci: lunga 1200 km, partirà da Ilo in Perù, sulla costa pacifica, e dopo aver attraversato le regioni di Bulo Bulo e Montero arriverà nella città boliviana di Puerto Suarez per proseguire verso la costa atlantica brasiliana.
Sul piano della sicurezza i due paesi hanno un accordo di cooperazione, firmato nel 2012, che prevede corsi di formazione, assistenza tecnica e addestramento dei piloti, oltre alla fornitura gratuita di elicotteri.
Le sfide future
Ci sono resistenze all’espansione dell’ influenza brasiliana, in primis per le differenze linguistiche e culturali dovute a esperienze coloniali diverse. Il Brasile, colonizzato dai Portoghesi, utilizza il portoghese e non lo spagnolo come tutti gli altri paesi della regione. Negli ultimi anni si sono verificate frizioni di varia natura: scontri fra i Brasiguayos e i contadini paraguayani senza terra, contrabbando e droga nelle zone di confine, problemi legali relativi alle sementi.
In Bolivia la costruzione di una strada finanziata dal Brasile è stata sospesa per le proteste dei gruppi indigeni locali
Ci sono inoltre i problemi legati al funzionamento del Mercosur, il mercato comune fra Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay – e più recentemente Venezuela. Il Mercosur, creato nel 1991, dovrebbe armonizzare le relazioni di Brasile e Argentina con gli stati della regione, ma sono frequenti i disaccordi sulle politiche da adottare, senza contare gli eventi che ne hanno minato l’efficienza: la temporanea espulsione del Paraguay dopo l’impeachment del presidente Fernando Lugo, o l’inclusione del Venezuela. La crisi dell’Argentina e l’introduzione di alcune misure restrittive sul commercio hanno inficiato il funzionamento del mercato comune, ma il 10% dell’export brasiliano va ancora ai paesi del Mercosur, e Brasilia non vuole rinunciarvi.
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