L’inflazione risale al 2,2% annuo in ottobre

09/01/2009

La stima provvisoria dell’Istat: crescono dello 0,2% nel mese i prezzi al consumo; gli aumenti dei prodotti energetici e i rincari stagionali di una serie di beni e servizi prevalgono sulla debolezza della domanda, mentre torna ad annullarsi il divario dell’Italia con la media di Eurolandia.

Continua l’effetto petrolio sull’inflazione. I recenti rincari dei prodotti petroliferi (carburanti), delle tariffe energetiche (elettricità e gas) e di altri significativi capitoli di spesa (abitazione, abbigliamento, istruzione) hanno condizionato l’evoluzione dei prezzi in ottobre, con la conseguente risalita sopra il 2% nella dinamica annua dell’inflazione. Nel 2004, per contro, la seconda parte dell’anno, sempre sul fronte dei prezzi al consumo, si era presentata piuttosto tranquilla, mentre nella prima metà – sia nel 2004, così come nel 2005 – una serie di voci del paniere sono state in tensione, in un periodo già per consuetudine caratterizzato dai ritocchi dei prezzi amministrati o regolamentati e di numerosi listini aziendali. Il rafforzamento dell’euro e la conseguente moderazione dei prezzi dei beni importati hanno, poi, richiesto qualche tempo per trasferirsi nelle fasi distributive a valle.

La crescita annua, a sua volta, risente dell’effetto statistico del confronto con periodi di altalenanti tensioni per i prezzi, quali i tre anni precedenti. E’ ormai fuori portata quindi, prevedibilmente nell’orizzonte del 2006, il risultato di un graduale assestamento dell’inflazione sotto il 2% tendenziale annuo, nonostante la perdurante debolezza dei consumi delle famiglie. La marcia di avvicinamento al 2% aveva richiesto tempi non brevi, ma le elevate quotazioni petrolifere rendono probabili nei prossimi mesi ulteriori rialzi del dato tendenziale, che potrebbe di conseguenza accelerare verso il 2,5% annuo, anche a seguito dei probabili rincari per numerosi prezzi e tariffe (dall’energia ai trasporti) tra l’ultimo scorcio del 2005 e l’inizio del 2006.

L’indice dei prezzi al consumo – secondo la stima provvisoria dell’Istat, che da quest’anno coincide con rilevazioni delle grandi città – ha messo in evidenza in ottobre una variazione mensile pari a 0,2% e al 2,2% rispetto a un anno prima, a fronte di una crescita zero e del 2,0% in settembre. L’aumento annuo, tornato a essere relativamente sostenuto, ha continuato a risentire dello scalino del rialzo di fine 2002-inizio 2003, che si riflette nella dinamica tendenziale anche nel corso del 2005.

Con i risultati dei mesi estivi e autunnali è di nuovo in controtendenza, dopo prolungate battute d’arresto, la lenta marcia di rientro della spinta inflattiva, che ha caratterizzato la seconda metà del 2003 e del 2004, arrivando dopo un periodo già tradizionalmente caldo per i prezzi, come del resto erano stati i mesi iniziali del 2001 e del 2002. Essi avevano, infatti, risentito negativamente dell’effetto euro, dei rincari tariffari (trasporti e servizi pubblici locali), di una serie di aumenti nel settore terziario (assicurazioni, banche, sanità, alberghi e pubblici esercizi) e di altre componenti regolamentate (canoni, lotterie).

Le prospettive dell’inflazione per i prossimi mesi mostrano un quadro sempre incerto, perché occorre fare i conti con l’incognita del petrolio. Nell’immediato futuro essa è prevista risalire moderatamente dagli attuali ritmi intorno al 2% (la media annua stimata per il 2005), con un probabile riaccendersi delle tensioni sui listini delle imprese. La crescita tendenziale dei prezzi si è confermata, in particolare, sopra il 2% anche nella media del 2004 (pari al 2,2%), così come nei quattro anni precedenti; l’inflazione media 2003 si è attestata al 2,7%, a fronte del 2,5% registrato nel 2002 e del 2,7% nel 2001. I dati definitivi e completi dei prezzi al consumo di ottobre (intera collettività, armonizzato, famiglie di operai e impiegati) saranno resi noti dall’Istat il prossimo 14 novembre.

Fonte:
Il Sole 24Ore
Michele De Gaspari
31/10/2005