L’Fmi boccia il Dpef: «Non è ciò di cui l’Italia ha bisogno».
09/01/2009
«Il tentativo di consolidamento fiscale abbozzato nel nuovo Dpef non è all’altezza dei bisogni dell’Italia non solo di migliorare lo stato dei conti pubblici ma anche di centrare gli obiettivi di governo in termini di crescita e di giustizia sociale. Nonostante alcune riforme positive sul processo di budget, la linea politica scelta non è in linea con i consigli del Board dell’Fmi».
Lo ha detto il portavoce del Fondo Monetario Internazionale Olga Stankova. «Il fondo – ha aggiunto il portavoce dell’Fmi – raccomanda da tempo un processo di consolidamento fiscale, incluso il pareggio del budget entro il 2010 e, più recentemente, ha chiesto che si usi l’attuale surplus per ridurre il deficit.
Ma nonostante un punto di partenza migliore e una tendenza storica a mancare gli obiettivi di medio termine, il nuovo Dpef non rappresenta un miglioramento rispetto ai precedenti e ha chiaramente obiettivi di riduzione del deficit per il triennio 2008-11 poco ambiziosi». Il Fondo critica il governo anche sul fronte delle spese.
«È un fatto incoraggiante – ha detto la Stankova – che il Dpef introduca importanti riforme di budget e di controllo delle spese ma la decisione di autorizzare spese aggiuntive per l’anno in corso nonostante la revisione al rialzo delle previsioni di spese effettuata a marzo rappresenta un passo indietro. Infine il board del Fondo aveva sottolineato l’importanza di prevedere in maniera debita l’impatto finanziario della riforma delle pensioni già approvata ma sfortunatamente i negoziati su queste riforme non sono stati completati prima dell’approvazione del Dpef.
Data l’incertezza attorno all’esito di questi negoziati, gli aggiustamenti fiscali previsti dal Dpef potrebbero rivelarsi insufficienti».
Fonte:
Il Sole 24 Ore