Legge elettorale, il Polo vince il primo round
09/01/2009
La maggioranza schiva i franchi tiratori, respinte le pregiudiziali di costituzionalità. L’Unione: «La battaglia è appena iniziata»
ROMA – La Cdl vince il primo round di quello che si preannuncia un lungo match con l’Unione sulla riforma elettorale. Dopo una prima fase di studio, i due schieramenti hanno incrociato i guantoni nell’aula di Montecitorio, per il voto sulle due pregiudiziali, una di costituzionalitá ed una di merito, presentate dall’opposizione.
LA LEGGE – I colpi dei franchi tiratori, temuti dalla maggioranza sono stati in definitiva troppo flebili per incidere davvero. Alla fine, l’opposizione ne ha contati cinque tra le file della Cdl, mentre la maggioranza ha replicato ribaltando la situazione: i franchi tiratori sono tra i banchi del centrosinistra, ha detto il ministro delle Riforme Roberto Calderoli, protagonista di un botta e risposta a distanza con il presidente della Camera Casini sul voto segreto.
BERLUSCONI – Il premier Berlusconi, in aula insieme a Gianfranco Fini alla guida di una nutrita delegazione del governo, non nasconde la sua soddisfazione per come sono andate le cose nell’emiciclo. Ed ha anche voglia di scherzare su un piccolo incidente alla caviglia che lo ha costretto ad una visita lampo nell’infermeria della Camera: «sono indistruttibile…», dice ai cronisti. Poi lasciando a tarda sera la Camera aggiunge: «Nessun argomento della sinistra è risultato convincente», sottolineando soprattutto «la lealtà della maggioranza» che «in passato si è divisa in certe situazioni», ma che si è dimostrata sempre «unita sulle cose fondamentali». Durante un colloquio con il vicepresidente della Camera Biondi, il Cavaliere si sbilancia persino sul risultato delle politiche: «Caro Alfredo – spiega rivolto a Biondi – il vento è cambiato, la vittoria è a portata di mano».
L’OPPOSIZIONE – Nonostante l’annunciata blindatura del testo da parte della maggioranza, nel centrosinistra non è ancora però tramontata la speranza: «la battaglia è ancora aperta e la condurremo fino in fondo», dicono Fassino e Rutelli. «Il mio sogno – osserva il leader dell’Unione Romano Prodi- è un maggioritario secco». Anche se poi, al termine della giornata di votazioni, il Professore commenta amaro: «Oggi è stata una giornata triste per il Paese e per i cittadini italiani».
SCONTRO – Non muta, comunque, il clima che fin dall’inizio ha caratterizzato il confronto tra maggioranza e opposizione: è e resta un muro contro muro. Prova ne è lo scambio di battute in aula tra il premier e il coordinatore della Margherita Dario Franceschini. In aula Franceschini sceglie una citazione di Berlusconi del 14 settembre 2000, quando l’allora leader dell’opposizione si disse «certo» che il capo dello Stato non avrebbe firmato «mai» una riforma elettorale votata da un Parlamento «nei numeri» non più rappresentativo e contro «l’interesse» della minoranza: «Sarebbe interessante – ironizza Franceschini rivolgendosi a Berlusconi- capire se crede ancora che il capo dello Stato non dovrebbe mai firmare. È troppo chiedervi oggi di rispettare i vostri ammonimenti?». Il premier alza il tono della voce per gridare «è falso, è tutto falso».
Fonte:
Corriere della Sera
11/10/2005