Le borse mondiali aprono in ribasso. La colpa è della “sindrome cinese”

09/01/2009

Il crollo di Shanghai continua a trascinare le piazze finanziarie mondiali a ribasso. Avvio pesante per il mercato azionario di Tokyo: il Nikkei ha toccato in mattinata il minimo di -3,56 per cento. Male anche piazza Affari e le principali borse europee

La “sindrome cinese”, partita ieri con il crollo della Borsa di Shanghai (-9%), colpisce duramente anche Tokyo. Dopo un’apertura a picco a -3,23 per cento, con sospensione dei titoli futures per 15 minuti, il Nikkei ha toccato in mattinata il minimo di -3,56 per cento, per poi riassorbire in parte le perdite chiudendo a -2,85 per cento (515,80 punti in meno rispetto al giorno precedente). Male anche piazza Affari che per il secondo giorno consecutivo , con il Mibtel in calo dell’1,49 per cento e lo S&P/Mib dell’1,17 per cento. All Stars lascia sul campo il 2,97 per cento. Si muovono in controtendenza Telecom e Autostrade, dove guadagnano rispettivamente lo 0,22% a 2,3 euro e l’1,32% a 22,32 euro.

L’indice Nikkei è arrivato a perdere oltre 700 punti, più di quanto registrato in seguito agli attacchi terroristici dell’11 settembre negli Stati Uniti. Sembrerebbe essersi trattato soprattutto di movimenti speculativi originatisi in Cina sulla scia di alcune dichiarazioni pessimistiche dell’ex capo della Federal Reserve americana, Alan Greenspan.

Seconda giornata negativa anche per le principali borse europee, dopo lo scivolone della vigilia, con gli indici che arretrano di oltre un punto e mezzo percentuale rispetto alla già debole chiusura del giorno prima. In particolare i vari listini sono frenati dai titoli delle materie prime, legati alle previsioni di un rallentamento dell’economia cinese e Usa.

Fonte:
Ateneonline
Stefania Brusca