L’amnistia è bocciata con un voto trasversale
09/01/2009
Ds e Margherita si schierano con Alleanza nazionale e Lega
ROMA. Il voto alla Camera è stato impietoso. E dunque, come da programma, l’amnistia non si farà. Con 206 voti a favore (191 i no, 8 gli astenuti) il provvedimento di clemenza è stato cassato. Poi è toccato anche all’indulto, con voto distinto e, anche se l’Unione ha votato compatta a favore, questa volta è mancata tutta la destra. Delusi quelli che ci avevano creduto. Scroscianti, invece, gli applausi dai banchi di An e della Lega. Erano contrarissimi a ogni forma di clemenza, non ne hanno mai fatto mistero, quindi festeggiavano. Ma non soltanto i due gruppi di destra hanno votato espressamente per sbarrare la via a un’amnistia.
Anche Ds e Margherita hanno detto no. Piero Fassino in persona aveva spiegato le perplessità del suo partito: «Riteniamo che sia meglio l’indulto come atto di clemenza verso certi reati rispetto ad una amnistia più generale che può essere più rischiosa per la sicurezza dei cittadini». Alla fine, insomma, favorevoli sono rimasti soltanto i deputati di Forza Italia, Rifondazione, Verdi e Sdi. E il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, può infierire: «Ancora una volta si è irresponsabilmente giocato con le aspettative dei detenuti che sono le vere vittime di questa pantomima politica».
Il voto di ieri, infatti, dopo tanta melina, si lascia dietro uno strascico di rancori. Osserva Pier Ferdinando Casini: «I fatti mi danno ragione, ma sono amareggiato. Non bisognava essere degli Einstein della politica per capire che questo sarebbe stato l’esito. Spero che un provvedimento di clemenza abbia maggiore efficacia nella prossima legislatura quando il Parlamento sarà liberato dagli impulsi della campagna elettorale». Marco Pannella, che tanto si è speso, è furibondo contro la sinistra: «Se credono di aver deluso i detenuti si sbagliano, perché chi sta in carcere non si è mai illuso».
«Sono rimasto sgomento che Ds e Dl abbiano votato insieme ad An e la Lega contro l’amnistia», rincara il segretario del Pdci Oliviero Diliberto. Le critiche però dividono i Poli e li squassano all’interno. Il ministro Carlo Giovanardi, Udc, che ha votato a favore dell’amnistia, critica la sinistra: «Siamo alla farsa: i parlamentari che hanno fatto convocare la seduta del 27 dicembre per chiedere l’amnistia, e penso ai Ds e ai Dl, ora hanno votato contro». E Iole Santelli, sottosegretario alla Giustizia: «Tragica pantomima, la loro».
Bobo Craxi critica l’inedita convergenza tra destra e sinistra: «E’ vistosa l’anomalia. Si intravedono gli echi dell’alleanza che già dieci anni orsono si stipulò in difesa di un’idea di giustizia che non coincide più con lo stato di giustizia nel Paese». Enrico Boselli ce l’ha con gli alleati: «I poli si sono spaccati, ma nel nostro dovrebbe albergare uno spirito garantista e di rispetto, non i temi forcaioli. Bel partito democratico… Quando si sposano gli argomenti della destra si compiono dei gravi errori». Critiche respinte al mittente, duramente, da Pierluigi Castagnetti.
Alla destra che non voleva l’indulto, il capogruppo della Margherita aveva detto: «Se vi sta a cuore la condizione dei detenuti, avete una sola strada per dimostrarlo». E agli alleati che chiedevano disperatamente l’amnistia: «Per come era scritta, era una presa in giro e non risolveva alcun problema. Serviva solo per una speculazione elettoralistica». An aveva fatto dichiarare la sua netta opposizione a Maurizio Gasparri: «Diciamo no all’amnistia perché siamo favorevoli alla certezza della pena; perché il Parlamento in questa legislatura ha già risposto all’appello del Santo Padre Giovanni Paolo II varando il cosiddetto indultino; perché dobbiamo dare precedenza ai provvedimenti riguardanti le forze dell’ordine e le loro carriere.
Diciamo quindi no a provvedimenti di clemenza che sarebbero intesi dai cittadini come una pericolosa resa alla criminalità». Più chiaro di così non poteva essere. Ma toni simili si ascoltavano dalle parti della Lega Nord: «Fuori uno: l’amnistia è stata affondata, come doveva essere. Ora il passo successivo sarà l’affondamento dell’indulto che, per chi ancora non lo sapesse, avrebbe avvantaggiato stupratori, assassini, eccetera…». Parola del ministro Roberto Calderoli a metà giornata.
Fonte:
La Stampa