L’agenzia Moody’s ha alzato il rating del Brasile da Ba2 a Ba1, con outlook positivo
01/10/2024
Ora il Paese è a un passo del cosiddetto investment grade, un certificato di buon pagatore concesso dalle agenzie, che garantisce agli investitori un minor rischio di default.
Martedì (1°), l’agenzia di rating del rischio Moody’s ha alzato il rating del credito del Brasile da Ba2 a Ba1, con outlook positivo. Ora il Paese è a un passo del cosiddetto investment grade, un certificato di buon pagatore concesso dalle agenzie, che garantisce agli investitori un minor rischio di default.
La nuova classificazione indica ancora un “grado speculativo” che, secondo le agenzie di rischio, indica che il Brasile è meno vulnerabile al rischio a breve termine, ma continua ad affrontare l’incertezza in relazione alle condizioni finanziarie ed economiche avverse.
In altre parole, il Brasile non ha il cosiddetto “certificato del buon pagatore”, una classificazione che segnala un minor rischio di default per chi investe in titoli del Tesoro Nazionale.
A maggio Moody’s aveva annunciato il mantenimento del rating creditizio del Brasile al livello Ba2 e il cambiamento della prospettiva di valutazione da “stabile” a “positivo”, segnalando un possibile miglioramento del rating in futuro.
Fitch Ratings e Standard & Poor’s (S&P) mantengono ancora il rating del Brasile con un rating creditizio BB, con un outlook “stabile”, che colloca il Paese in un grado speculativo, ma a due passi dall’investment grade.
Cosa ha detto Moody’s
Secondo l’agenzia, l’aumento del rating brasiliano riflette il significativo miglioramento del credito del Paese, inclusa una crescita più robusta del Prodotto Interno Lordo (PIL) e una storia crescente di riforme economiche e fiscali.
Il cambiamento, dice Moody’s, avviene nonostante il quadro fiscale del Brasile abbia ancora “moderata credibilità”, come si evince dal “costo relativamente alto del debito pubblico”.
“Al contrario, una crescita più robusta e una politica fiscale con una coerente aderenza al quadro fiscale consentiranno al peso del debito di stabilizzarsi nel medio termine, anche se a livelli relativamente elevati”, ha affermato l’agenzia.
Secondo Moody’s, la decisione di mantenere le prospettive positive riflette la possibilità che la crescita economica e il rispetto del quadro fiscale contribuiranno a ridurre l’incertezza sulla traiettoria del debito brasiliano.
Per spiegare l’aumento del rating sovrano del Brasile, l’agenzia ha riferito di aver rivisto la previsione di crescita del PIL del Paese al 2,5%.
Ha anche iniziato a prevedere, nel medio termine, una crescita “molto più solida” rispetto agli anni precedenti la pandemia, “risultante, in parte, dalle riforme strutturali attuate nel corso delle amministrazioni successive”.
“Nei prossimi anni prevediamo che la crescita continuerà ad essere generalizzata, con la domanda interna guidata da un mercato del lavoro relativamente forte – rispetto al passato del Brasile – e salari reali più alti”, ha continuato.
Nel documento, Moody’s ha inoltre indicato come progressi “nei successivi governi”:
• il rafforzamento dell’indipendenza della Banca Centrale;
• il miglioramento della governance delle aziende statali;
• la digitalizzazione finanziaria e la riforma del lavoro.
La riforma fiscale, a sua volta, è stata definita “una notevole riforma strutturale che migliorerà il contesto imprenditoriale e l’allocazione delle risorse, contribuendo al potenziale di crescita a lungo termine”.
Infine, per quanto riguarda i conti pubblici, Moody’s ha dichiarato di aspettarsi un graduale miglioramento dei risultati primari del governo, in linea con gli obiettivi fiscali per il prossimo triennio.
In una dichiarazione pubblicata dopo la decisione dell’agenzia, il Ministero delle Finanze ha affermato che “mantiene il suo impegno per il miglioramento continuo dei risultati fiscali, compiendo sforzi per aumentare le entrate e contenere le spese”.
“Oltre a stabilizzare il rapporto debito/PIL, un saldo fiscale più solido contribuirà a ridurre i tassi di interesse e a migliorare le condizioni del credito, creando un ambiente favorevole per l’espansione degli investimenti pubblici e privati”, ha affermato il Ministero.
Fonte: g1 | Economia