La ripresa comincia a dare ossigeno e le imprese tornano a respirare

17/03/2010

di Giuseppe De Lucia Lumeno*

L’onda lunga della crisi ha determinato ovunque una maggiore difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese, in particolare le più piccole, ma specialmente nell’ultimo anno, il costo dei finanziamenti alle PMI si è decisamente ridotto e sembrano emergere nuovi segnali incoraggianti. Recentemente, infatti, la Banca d’Italia ha constatato come nel 2009 l’accesso al credito alle imprese sia diventato meno problematico rispetto al 2008, e si sia, inoltre, più che dimezzato il costo dei finanziamenti, con i tassi d’interesse scesi dal 4,5% di fine 2008 al 2,2% dello stesso periodo del 2009 .

Si tratta di una importante boccata d’ossigeno per le imprese che, in questo modo, possono programmare con maggiore serenità la loro attività, e riprendere il loro ruolo decisivo per la ripresa dell’economia che nei mesi scorsi appariva ancora molto lontana.

Tuttavia, in questo periodo difficile, le Banche Popolari non solo hanno continuato a rispondere in maniera concreta ed efficace alle richieste di sostegno provenienti dalle PMI, ma hanno visto aumentare la propria quota di mercato negli impieghi erogati alle imprese minori dal 23% al 26%. Un dato importante, se si considera che i prestiti erogati dalla Categoria alle PMI, il 95% della sua clientela, rappresentano il 70% del credito concesso alle imprese, e che l’imprenditoria ha beneficiato di una riduzione della dinamica dei tassi di interesse, scesi a dicembre 2009 al 2,8% per le Banche Popolari, 2 decimi al di sotto del dato medio nazionale.

Tali evidenze positive sono l’inevitabile risultato di una politica equilibrata sia nei momenti di espansione dell’economia sia, soprattutto, in quelli di difficoltà. Il profondo radicamento nel territorio e la conoscenza del tessuto produttivo locale, cardini di un modello di business fondato sulle relazioni, rappresentano il piedistallo dell’accresciuta fiducia delle imprese nella Categoria.

In quasi 150 anni di storia, infatti, le Banche Popolari si sono sempre segnalate come le banche responsabili, coinvolte nella vita delle comunità e dei territori di riferimento, pronte a farsi carico degli oneri necessari per assicurare, nel tempo, la crescita economica e sociale.

E’ la natura stessa del Credito Popolare che ne caratterizza l’operatività, centrata sulla clientela retail, sulla conoscenza della persona, sui valori di prossimità e solidarietà. L’esperienza della crisi ha evidenziato una sostanziale differenza di comportamento delle Banche Popolari, che hanno catalizzato la fiducia di molti risparmiatori ed imprenditori delusi da altre realtà.

Un modello di business, quello delle Banche Popolari, naturalmente compatibile con il sistema produttivo italiano, che vive dell’operato di milioni di famiglie e piccole e medie imprese, che riflette una mission aziendale rimasta immutata nell’essenza: le Banche Popolari sono banche nate per la gestione autonoma dell’esercizio del credito da parte delle comunità locali e dei clienti-soci, per nulla carenti di capacità imprenditoriale, in cui la cura e la valorizzazione delle relazioni con le persone e le PMI, nel rispetto dei principi di cooperazione, tendono a garantire una significativa e stabile crescita per l’intero sistema economico del territorio.

Una considerazione che vale a maggior ragione per le Banche Popolari, capaci di assicurare la necessaria copertura creditizia alle piccole e medie imprese impegnate ad affrontare la crisi e di espandere il volume del credito in misura tale da assicurare la sopravvivenza e rafforzare il tessuto produttivo locale, ponendo le premesse per una più solida ripresa dell’economia.

*Segretario Generale, Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Fonte:
L'Occidentale