La Procura di Roma indaga sullo scorporo di Tim
09/01/2009
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo sull’ipotesi di scorporo di Tim dal gruppo Telecom.
Non ci sono indagati al momento: si aspettano le informazioni della Consob. Tra le ipotesi di reato ipotizzate, c’è l’ostacolo all’Autorità di vigilanza. Intanto l’amministratore delegato di Mediaset, Giuliano Andreani, ha dichiarato l’«interesse» della società per il riassetto di Telecom.
Il fascicolo, coordinato dallo stesso procuratore della capitale Giovanni Ferrara, è intestato al momento «atti relativi a», senza ipotesi di reato, né indagati. Il documento contiene una denuncia del Codacons, inoltrata sabato a Piazzale Clodio e una infinità di ritagli di giornale: articoli che vanno dalla decisione del Cda che annunciava lo scorporo della telefonia mobile, alle dimissioni di Marco Tronchetti Provera, e a quelle di Angelo Rovati, il consigliere economico di Palazzo Chigi che si è assunto la paternità della redazione del piano di riassetto inviato al patron della Pirelli, dimessosi ieri, lunedì 18 settembre.
Un aspetto decisivo sugli sviluppi dell’inchiesta penale verrà fornito dalle eventuali conclusioni della istruttoria avviata dalla Consob sull’affare Telecom. Fonti vicine alla commissione, intanto, ribadiscono che l’autorità di vigilanza del mercato sta continuando a valutare «attentamente la vicenda Telecom in tutti i suoi aspetti».
La relazione della Consob sarà elemento decisivo per le valutazioni della procura di Roma, che solo dopo aver esaminato un eventuale rapporto che la commissione guidata da Lamberto Cardia potrebbe inviarle potrà formalizzare una ipotesi di reato, come ostacolo alla stessa autorità di vigilanza. Se poi emergessero elementi in tal senso potrebbe spingersi a individuare fattispecie come aggiotaggio o manipolazione del mercato. Anche la procura di Milano potrebbe valutare nelle prossime ore la possibilità di aprire un’altra inchiesta sul caso Telecom: il reato ipotizzato potrebbe essere quello di aggiotaggio, un’ipotesi di reato già utilizzata per il crac Parmalat e la scalata di Antonveneta.
Il Codacons ha espresso soddisfazione per l’apertura dell’inchiesta romana, inchiesta che si legge in un nota «si spera servirà a portare un po’ di chiarezza nella complicata vicenda del riassetto della società telefonica».L’associazione dei consumatori ha confermato di aver inviato un esposto alla procura già sabato scorso chiedendo alla magistratura di verificare se fossero state rispettate o meno tutte le previste procedure di comunicazione alla Consob, e «se vi siano stati fenomeni di speculazione – anche personale – legati alla diffusione di notizie relative a Tim e a Telecom».
Il dibattito in Parlamento
Giovedì in Parlamento sarà, con ogni probabilità, il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, a riferire sulla vicenda Telecom. Il dibattito potrebbe svolgersi, appunto, alla Camera già giovedì prossimo, mentre il presidente del Consiglio è a New York all’Assemblea dell’Onu. La notizia è stata fatta trapelare da ambienti di Montecitorio, e dal ministero non smentiscono ma precisano che la decisione la prenderà il Governo dopo la conferenza dei capigruppo di oggi pomeriggio che fisserà tempi e modi del dibattito. Un dibattito che si annuncia tutto centrato sulle prospettive del settore delle comunicazioni, vista la competenza di Gentiloni, e quindi non sulla condotta del Governo. È quanto lo stesso Prodi aveva chiesto ieri.
La vicenda Telecom ha aperto una crepa nei rapporti tra i principali partiti dell’Unione, Ds e Dl, e il premier, frattura che ieri ha segnato alcuni timidi segnali di ricucitura, alla luce delle dimissioni del consigliere economico di Prodi, Angelo Rovati, giudicate in ambienti della Quercia «un gesto nobile che rasserena il clima».
L’opposizione ha accolto la notizia innalzando, se possibile, il tono delle polemiche, con il leader di An Gianfranco Fini che concorda con Berlusconi che chiede le dimissioni di Prodi. Fini inoltre si è detto contrario al fatto che sia un ministro a relazionare al Parlamento sulla vicenda: «È Prodi – ha detto il leader di An – che deve venire a spiegare perché il suo consigliere economico manda un piano di ristrutturazione aziendale con un pizzino a Tronchetti Provera».
Sul dibattito al Senato potrebbe pesare anche la minaccia di una risoluzione dell’opposizione che potrebbe essere messa ai voti, proprio nella Camera in cui più fragili sono i numeri della maggioranza.
Guido Rossi già al lavoro
Guido Rossi, raccolto il testimone da Marco Tronchetti Provera, ha aperto la stagione della sua presidenza con un messaggio ai mercati (ieri il titolo ha chiuso stabile a 2,2 euro), si è messo al lavoro già nel week end incontrando i due amministratori delegati e la settimana prosegue fitta di appuntamenti. L’incontro che si profila più impegnativo è quello con i sindacati che si preparano allo sciopero. L’impegno di commissario della Figc ha richiamato a Roma il neo presidente. Nella sede della Federazione si è incontrato con i suoi collaboratori presumibilmente per discutere dell’opportunità di conservare o meno il suo incarico. Un nodo che, è probabile, verrà sciolto domani nella riunione con il Coni.
È probabile che mercoledì partecipi assieme a Ruggiero e a Riccardo Perissich all’incontro con l’Autorità per le Tlc ma poi volerà di nuovo a Milano perché dopo la conferma dell’intenzione di portare avanti il piano di riorganizzazione di Tronchetti è intenzione di Rossi confrontarsi con gli advisor che stanno studiando il piano e parlare ai dirigenti.
Dopo la bufera delle passate settimane Tronchetti Provera è tornato invece nel suo ufficio in Pirelli, di fronte la sede milanese di Telecom. Ancora apprezzamenti per lui, dopo l’appoggio raccolto venerdì dai consiglieri compreso Gilberto Benetton, suo socio in Olimpia, che con voto unanime avevano respinto inizialmente le sue dimissioni, da parte del presidente di Confindustria. «Un gesto di responsabilità » ha commentato a cui sarebbe giunto «per sottrarre il gruppo a un conflitto che aveva già provocato effetti negativi».
Montezemolo ha messo in guardia da «nostalgie, tendenze, tentazioni dirigistiche» sottolineando che la voglia di ingerenza è «in ampie fette della maggioranza, dunque anche nel Governo, ma senza che ne sia esente l’opposizione» mentre sulle decisioni del colosso telefonico «avremmo avuto bisogno di silenzio e sobrietà». Viceversa chiamano di nuovo in campo il Governo i sindacati e unitariamente chiedono l’apertura di un confronto. «Non si tratta di intromissione nella vita delle aziende private – dicono le confederazioni alla vigilia della riunione dei coordinamenti nazionali delle Rappresentanze sindacali unitarie – ma di legittimo indirizzo in scelte che hanno grande impatto sulla competitività del sistema Paese». I sindacati si preparano allo sciopero sostenendo che le dimissioni di Tronchetti Provera non cambiano il quadro e confermando la contrarietà allo «spezzatino»: lo sciopero è stato proclamato per il 3 ottobre, a Milano.
Nessun cambiamento in vista, «nel breve termine» sul fronte della comunità finanziaria. In particolare Fitch ricorda che «la proprietà non è cambiata e il piano industriale recentemente approvato dal consiglio di amministrazione è stato confermato».
Fonte:
Il Sole 24 Ore