La Fed porta i tassi Usa al 5,25%

09/01/2009

Come previsto la Federal Reserve ha deciso di alzare nuovamente i tassi di interesse Usa, una stretta di 25 punti base che porta i Fed Founds al 5,25%. Si tratta del diciassettesimo intervento consecutivo in due anni. E l’istituto guidato da Bernanke lascia in piedi l’ipotesi che il ciclo rialzista, se necessario, possa continuare a causa dei rischi d’inflazione.

Tuttavia, se da un lato la Fed mette in guardia dal surriscaldamento dei prezzi, dall’altro sottolinea il rallentamento dell’economia: una circostanza, quest’ultima, che analisti e mercato valutano come un primo segnale in vista dello stop del ciclo rialzista.

I Fed Funds, con voto unanime del board, salgono ai massimi da marzo 2001, ma il Federal Open Market Committee, il board monetario della banca centrale Usa, ribadisce che le valutazioni sull’adozione di ulteriori misure, sia quanto alla tempistica sia quanto all’ampiezza, si baseranno sui prossimi dati economici in arrivo.

Bernanke nella nota di accompagnamento delle decisioni prese a conclusione della riunione di due giorni, sottolinea che “la crescita dell’economia (dopo il 5,6% del Pil del primo trimestre secondo la stima definitiva) sta rallentando” a un ritmo “più sostenibile”, a seguito del raffreddamento del mercato immobiliare, dell’effetto differito del rialzo dei tassi d’interesse e degli prezzi dell’energia.

L’inflazione “core”, quella depurata dalle componenti piu’ volatili, alimentari e petrolio, “e’ stata piu’ elevata delle previsioni negli ultimi mesi”, ma le aspettative di inflazione restano tuttavia “contenute”. L’aumento della produttivita’ ha limitato l’incremento del costo del lavoro, ma l’elevato livello di utilizzo delle capacita’, i prezzi dell’energia e di altre materie prime potrebbero “potenzialmente esercitare pressioni sui prezzi”.

La moderazione della crescita della domanda aggregata dovrebbe aiutare a “contenere le tensioni inflazionistiche”, ma il board della Fed ritiene che “alcuni rischi restino”.

Ulteriori interventi, se necessari, saranno adottati sulla base dei dati che emergeranno dall’outlook d’inflazione e crescita economica. La Fed, conclude la nota, “reagira’ di fronte a ogni cambiamento nelle prospettive economiche in modo tale da poter raggiungere gli obiettivi prefissati”.

Il quadro macroeconomico si conferma incerto, almeno quanto alle possibili indicazioni sugli sviluppi della politica monetaria, mentre le attese, a questo punto, si concentrano sull’audizione che terra’ davanti al Congresso del 19-20 luglio il presidente della Fed, Ben Bernanke. Appuntamento ancora piu’ importante in previsione della riunione del Fomc dell’8 agosto che, secondo il mercato, potrebbe approvare, con il 60% di probabilita’ circa, un’ulteriore stretta dei tassi.

Fonte:
TG Fin