La Corte tedesca boccia il mandato d’arresto europeo
09/01/2009
Bloccata l’estradizione di un presunto finanziatore di al-Qaida
di Attilio Geroni
Con una sentenza clamorosa la Corte costituzionale tedesca ha bloccato ieri l’estradizione di un cittadino sospettato di aver collaborato con al-Qaida fornendogli finanziamenti e appoggio logistico da Amburgo, dove era basata la cellula degli attentatori della strage alle Twin Towers.
Mamoun Darkazanli, siriano con passaporto tedesco, è stato già rimesso in libertà tra lo sdegno generale, la preoccupazione del ministero della Giustizia di Berlino e l’imbarazzo del Governo.
Contraria all’intervento militare in Irak, la Germania ha sempre sostenuto la necessità di intensificare gli sforzi congiunti dell’Europa nella lotta al terrorismo. La decisione del tribunale di Karlsruhe sospende di fatto il mandato di cattura europeo per il modo in cui è stato trasposto nella normativa nazionale violando due articoli della legge fondamentale relativi ai diritti dei cittadini tedeschi. Il ministro della Giustizia, Brigitte Zypries, ha parlato di «sconfitta» nella battaglia contro il terrorismo internazionale promettendo una rapida revisione della legge.
Resta da vedere quanto potrà essere rapida questa revisione. La Germania sta andando verso elezioni ancitipate che, secondo i sondaggi, dovrebbero essere vinte dall’opposizione conservatrice. La fine della legislatura, probabilmente formalizzata entro la settimana dal presidente della Repubblica Horst Köhler, assieme al cambio di maggioranza parlamentare, rischiano di allungare i tempi di questa revisione e indebolire nel contempo il fronte europeo nella lotta al terrorismo islamico, soprattutto alla luce della strage di Londra.
Il mandato di cattura internazionale nei confronti di Darkazanli, arrestato dalla procura di Amburgo nell’ottobre scorso, è stato emesso dal giudice spagnolo Baltasar Garzon nel settembre 2003. Secondo l’accusa, il siriano avrebbe condotto attività di «sostegno logistico e finanziario» per la rete di al-Qaida, incluso l’acquisto di una nave per conto dello stesso leader dell’organizzazione, Osama Bin Laden.
Nell’adattare la normativa, i legislatori tedeschi dovranno recepire la raccomandazione della Corte secondo la quale l’estradizione potrà essere concessa soltanto in casi eccezionali, quando cioè il reato presunto è stato commesso principalmente e chiaramente all’estero. Così com’è, hanno argomentato i giudici di Karlsruhe, la legge invade il divieto di estradizione sancito dall’articolo 16.2 della Costituzione.
Inoltre, si legge in una nota esplicativa, il mandato di cattura europeo «viola la garanzia al ricorso presso un tribunale (articolo 19.4) perché non vi è possibilità di contestare la decisione giudiziaria che delibera l’estradizione».
La Commissione europea ieri ha dichiarato di non sentirsi chiamata in causa dalla sentenza tedesca e ha invitato Berlino a modificare al più presto la normativa in modo che possa essere ripristinata: «Le mancanze in questo caso vengono dalla trasposizione della legge tedesca» ha commentato un portavoce. Introdotto lo scorso autunno in seguito agli attentati dell’11 settembre, il mandato di cattura europeo è ritenuto uno degli strumenti più importanti nella lotta coordinata al terrorismo. In attesa che la legge venga modificata, tutti i tedeschi detenuti in attesa di estradizione nell’ambito del mandato d’arresto europeo dovranno essere liberati.
Dall’agosto 2004, quando la Germania ha recepito la direttiva Ue, sono 19 i detenuti che, secondo le autorità tedesche, dovranno essere rilasciati. In autunno la Corte d’appello di Amburgo aveva dato il via libera all’estradizione di Darkazanli, sospesa poi in novembre con il ricorso alla Corte costituzionale.
Fonte:
Il Sole 24 Ore
19/7/2005
19 luglio 2005