La Bnl esce dall’Argentina

09/01/2009

Ceduta al Banco Hipotecario la rete con 107 sportelli e attivi di 1.300 milioni di dollari.

Incassati 207 milioni in contanti e 25 milioni in azioni della banca di Buenos Aires, pari al 3,7% del capitale

ROMA • Da quasi vent’anni rappresentava un punto di riferimento per la comunità italiana in Argentina, un legame con la madrepatria attraverso il quale, ad esempio, era veicolato il pagamento delle pensioni Inps agli emigrati. Nella notte tra lunedì e martedì la Bnl ha posto le basi per l’addio al mercato argentino: il direttore generale Mario Girotti ha chiuso la trattativa, che andava avanti dal luglio scorso, con il Banco Hipotecario.

Bnl vende la controllata Bnl sa Buenos Aires con tutti i suoi asset: una rete di 107 sportelli, 1.900 dipendenti, un attivo di circa 1.300 milioni di dollari, un utile 2004 nell’ordine di alcune decine di milioni ma anche linee di credito — e non tutte performing — per circa 100 milioni. Il tutto per un controvalore cash di 207 milioni di dollari e una contropartita in titoli del Banco Hipotecario del valore di 25 milioni di dollari, pari al 3,7% del capitale.

Girotti ha aspettato a lungo prima di chiudere l’operazione ma alla fine è riuscito a girare a favore di Bnl una partita dalle premesse pericolose: il Banco Hipotecario voleva in origine pagare la Bnl argentina per il 50% cash e per il resto con titoli obbligazionari. L’operazione chiusa ieri consente invece alla banca di via Veneto di contabilizzare una plusvalenza di 207 milioni ( la banca aveva provveduto ad azzerare la partecipazione in Argentina tra il 2002 e il 2003 con accantonamento per circa 1 miliardo di euro) e mantenere comunque un presidio sul mercato argentino: il 3,7% del Banco Hipotecario riconosce il diritto ad avere un consigliere in cda, mentre gli accordi commerciali con la banca argentina ( che di fatto ieri ha acquisito la rete commerciale) consentiranno a Bnl di mantenere i rapporti preferenziali con la comunità e le imprese italiane anche attraverso la costituzione di un ” italian desk”.

Nulla impedisce a Bnl, nel prossimo futuro, di ripetere l’esperienza brasiliana e vendere il pacchetto di titoli di Banco Hipotecario qualora il loro valore crescesse. È quanto accaduto lo scorso 4 febbraio con i titoli di Unibanco, ricevuti da Bnl con lo scambio azionario servito per cedere le attività in Brasile: l’operazione avvenne nel 2004 e il gruppo guidato da Luigi Abete ricevette titoli per un controvalore di 30 milioni. Aderendo a un’Opa lanciata su Unibanco nei giorni scorsi ha incassato 43,2 milioni realizzando una plusvalenza di 2,2 milioni.

Bnl era entrata nel mercato argentino nel 1985 rilevando il Banco Ambrosiano America del Sud e creando la Bnl sa Buenos Aires. Negli anni seguenti ha amplianto l’attività rilevando reti da altre banche.
Tra queste 88 sportelli furono acquistati dal Banco de Italia y Rio de la Plata, finito in liquidazione, tra i cui azionisti figurava anche Franco Macri, l’imprenditore italo argentino entrato di recente nel capitale di Bnl e che si era dichiarato contrario alla cessione della branch argentina della banca italiana. La vendita di Bnl argentina di fatto completa il business plan 2003 2005 della banca romana tra i cui cardini c’era il ridimensionamento della presenza estera.
Non resta molto da vendere, ma ci sono sicuramente i crediti in sofferenza, circa 2,5 miliardi che Bnl vuole cedere entro fine anno.

Una prima tranche sarà venduta tra febbraio e marzo: in gara i maggiori gruppi bancari esteri ( una tranche da 400 milioni è stata ceduta due mesi fa a Morgan Stanley ePirelli Re). Le stime degli analisti prevedono un incasso a fronte della cessione crediti non oltre il 25% del loro valore. Ci sono poi i crediti verso l’Iraq: titoli per 2,6 miliardi svalutati per il 90% del valore. Oggi trattano a circa il 20% del valore nominale: se Bnl decidesse di cederli ora avrebbe già una plusvalenza sul book value di 260 milioni.

Il Sole 24 Ore
16/2/2005