La Bce teme l’inflazione, i tassi salgono al 2,75%

09/01/2009

Trichet alza il costo del denaro dello 0,25%. Le rate dei mutui e dei prestiti diventano più salate
Le stime sui prezzi riviste al rialzo alla base della decisione. Ma per la prima volta la stretta non passa all’unanimità

TUTTO come previsto per la Banca centrale europea che ieri ha alzato i tassi di interesse ufficiali di 25 punti base, portandoli dal 2,5% al 2,75%. La mossa che porterà con sè altri aumenti per chi ha stipulato prestiti e mutui a tassi variabili è stata motivata dalla volontà del presidente Jean Claude Trichet di tenere sotto controllo la ripresa dell’inflazione. E alla fine per cittadini e imprese è andata anche bene. Gli spunti del livello dei prezzi registrati negli ultimi mesi avevano portato gli analisti a mettere in conto anche una stretta più elevata. Addirittura di 50 punti base. Non è stato così. Ma il pericolo non è scampato per i debitori. Lo stesso Trichet ieri non ha escluso ulteriori ritocchi se lo scenario di ripresa economica e sviluppo dei prezzi sarà confermato.

Certo nulla è stato ancora deciso: «Siamo liberi di fare quello che riteniamo appropriato. Prendiamo le nostre decisioni liberamente e senza condizionamenti» ha precisato il presidente della Eurotower. A spingere per un ulteriore irrigidimento della politica monetaria saranno soltanto dati macroeconomici a disposizione. Un passaggio che evidenzia la probabile spaccatura che c’è all’interno del Consiglio Bce che decide la poltica monetaria. Il rialzo di ieri, infatti, il primo che la Bce compie fuori da Francoforte e il terzo da dicembre 2005, è stato deciso a «maggioranza» e non all’unanimità. «Abbiamo discusso anche un eventuale aumento di mezzo punto» ha spiegato Trichet, ritenendo comunque «appropriato» l’aumento dello 0,25% in quanto «riflette i rischi al rialzo della stabilità dei prezzi nel medio periodo».

Anche se saliti al 2,75% «i tassi si mantengono a un livello molto basso, la liquidità è ampia e la nostra politica monetaria rimane accomodante» ha aggiunto il presidente della Bce, assicurando che l’Eurotower continuerà a monitorare «da vicino tutti gli aspetti per assicurare la stabilità dei prezzi». A confermare le crescenti tensioni inflazionistiche sono anche le nuove stime della Bce, che ha rivisto al rialzo l’inflazione 2006 stimandola al 2,3% dal 2,2% previsto in marzo, alla luce dell’andamento delle quotazioni petrolifere. Invariata invece la stima sul Pil 2006 di Eurolandia, ferma al 2,1% mentre quella per l’anno seguente è stata abbassata all’1,8% dal 2% di marzo. Le conseguenze. Con l’ultimo aumento dei tassi sarà più varo prendere a prestito somme di denaro, i muttui saranno più onerosi ma, allo stesso tempo, godranno i titolari dei conti correnti un pò più remunerativi i gli acquirenti dei titoli di Stato che saranno più appetibili.

L’aggravio per le famiglie con il +0,25% di ieri porterà un ‘aggravio per le famiglie che pagano un mutuo tra i 150 e il 300 euro l’anno. Passata ormai da tempo l’euforia per gli investimenti in Borsa, il vecchio conto corrente bancario o i più tradizionali Bot potrebbero tornare un pò più in auge anche se ormai i rendimenti netti sono da tempo ai minimi.

Fonte:
Il Tempo