Juve, Lazio e Fiorentina in B, Milan in A ma fuori dalla Champions

09/01/2009

È una serie A profondamente stravolta quella che esce dalla sentenza della Commissione d’appello federale sullo scandalo calcio: Juventus in serie B con 30 punti di penalizzazione, Fiorentina e Lazio con 12 e 7 punti di penalizzazione; il Milan rimane in serie A ma viene escluso dalle coppe europee (per una penalizzazione retroattiva di 44 punti sul campionato appena concluso) e dovrà partire, il prossimo anno, da –15 punti.

Lo scudetto 2004-2005 viene revocato, mentre quello del campionato 2005-2006 non verrà assegnato.

La sentenza, letta da Cesare Ruperto nell’affollatissima sala dell’hotel Parco dei Principi di Roma rivoluziona quindi il calcio italiano. La Commissione d’appello federale non si è discostata più di tanto dalle richieste del procuratore Stefano Palazzi. Con trenta punti di penalizzazione la Juventus dovrà restare in B per almeno due anni, senza però passare dalla serie C, cosa che avrebbe avuto enormi conseguenze anche dal punto di vista economico. Mano pesante, come chiedeva la procura, anche per Fiorentina e Lazio, entrambe scagliate in B. Anche il Milan, la società che aveva la situazione processualmente meno compromessa, viene penalizzata in maniera decisa e senza sconti: non è difficile, perciò, immaginare che il club rossonero impugnerà fino in fondo la sentenza, passando per la Corte e, se occorrerà, anche per la giustizia amministrativa. La stessa strada prenderanno tutte le altre difese.

La brevissima nota letta da Ruperto si è aperta con la dichiarazione di non giudicabilità di Cosimo Maria Ferri (ex membro commissione vertenze ecomiche Figc) e Paolo Bergamo (ex designatore arbitrale) per “difetto di giurisdizione”, in quanto dimessi dalle rispettive cariche. Sono poi arrivate le cinque assoluzioni, alcune attese, altre forse un po’meno. Gli unici a festeggiare nel giorno del giudizio per il calcio italiano sono Domenico Messina, Paolo Bertini, Pasquale Rodomonti, Gianluca Rocchi e Paolo Tagliavento. L’assoluzione dei cinque fischietti potrebbe essere molto rilevante in vista della Corte federale, in quanto le difese dei club chiederanno di rivedere le sanzioni proprio a partire dal proscioglimento di arbitri coinvolti nelle partite incriminate. Allo stato delle cose, comunque, Juventus, Lazio e Fiorentina in B danno spazio al ritorno in A di Lecce, Messina e Treviso, le tre retrocesse quest’anno. In Champions League entrano di diritto, a questo punto, l’Inter e la Roma, mentre Chievo e palermo disputeranno i preliminari. In Coppa Uefa c’è spazio per Livorno, Parma e un’altra formazione, che in teoria dovrebbe essere l’Empoli. La società toscana, però, per partecipare ad una competizione europea dovrebbe ottenere la licenza Uefa, di cui al momento non dispone. Il presidente Fabrizio Corsi ha già fatto sapere di voler attivare immediatamente la procedura d’urgenza per ottenere la licenza. Nel caso il tentativo non andasse a buon fine si porrebbe nuovamente un problema Milan, dato che in classifica generale, considerati i 44 punti di penalizzazione, si posizionerebbe proprio la società rossonera.

Per quanto riguarda i tesserati, la Caf, pur comminando pene pesanti, ha rimodulato le richieste di Stefano Palazzi seguendo il principio della gradualità. Cinque anni di inibizione e richiesta di radiazione (la pena più dura) è stata riservata soltanto agli ex dirigenti juventini Luciano Moggi e
Antonio Giraudo. Per Diego Della Valle quattro anni di inibizione, tre anni e sei mesi per il fratello Andrea. Un anno all’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani e tre anni e sei mesi per
Leonardo Meani, il dirigente (ormai ex) che teneva i rapporti con i guardalinee che hanno complicato la vita alla società rossonera. Claudio Lotito, bersagliato senza sosta dai tifosi della Lazio che per l’intera serata hanno tenuto banco davanti all’hotel romano, dovrà star fermo per tre anni e sei mesi. Per quanto riguarda gli ex dirigenti federali e arbitrali, la sentenza commina l’inibizione per 4 anni e sei mesi per Franco Carraro, cinque anni per Innocenzo Mazzini, due anni e sei mesi per Pierluigi Pairetto e Tullio Lanese. Puniti anche due arbitri e due guardalinee: Massimo De Santis (4 anni e sei mesi), Paolo Dondarini (3 anni e sei mesi), Fabrizio Babini e Claudio Puglisi (un anno per entrambi).

A questo punto le difese hanno pochissimo tempo per leggere le 154 pagine delle motivazioni e presentare (entro tre giorni) i ricorsi alla Corte federale. L’organismo di appello si dovrebbe riunire giovedì o venerdì prossimo, ed emettere la sentenza appena in tempo per i termini richiesti dall’Uefa (25 luglio). Dopo di ché, chi volesse potrà far ricorso alla giustizia ordinaria, anche se la Uefa è pronta a punire i club che sceglieranno questa strada. La storia di Calciopoli non ha ancora visto la parola fine.

Fonte:
Il Sole 24 Ore