Italia? Meglio il Botswana
09/01/2009
Scarsa efficienza del sistema fiscale. I vincoli della burocrazia. Il livello delle tasse e la mancanza di flessibilità salariale. Ma anche il deterioramento dei conti pubblici, la mancanza di indipendenza del sistema giudiziario, politico e imprenditoriale.
Questa la lunga lista delle accuse che più o meno direttamente il World Economic Forum di Ginevra rivolge all’Italia. La mette in pratica nella retroguardia delle diverse classifiche su 117 Paesi in base ai dati macroeconomici e a un sondaggio svolto tra 11 mila manager e imprenditoriali della nazioni prese in esame.
E così, alla fine, l’Italia risulta al 47° posto per il livello di competitività, come l’anno scorso, ma nettamente peggio rispetto alla 26esima posizione del 2001.
Ecco, da queste 21 posizioni perse nel corso dell’ultima legislatura si può tracciare un percorso delle cose non fatte e che invece si sarebbero dovute.
Il rilancio della competitività in un contesto di economia globalizzata, penalizzante tra l’altro per l’Italia a causa della concorrenza non del tutto corretta della Cina, dall’euro alle stelle e dal caro petrolio, sarebbe dovuta essere la priorità.
Così non è stata e si sono fatte delle scelte diverse. Si è preferito imboccare la strada degli interventi, peraltro non consistenti, sulle tasse. Il discorso era: meno tasse e più soldi nelle tasche dei cittadini che così consumano di più e rilanciano l’economia.
Evidentemente i risultati sperati non sono arrivati. Lo dimostrano i dati del World Economic Forum (l’Italia infatti si attesta al 114° posto per l’efficienza del sistema fiscale e al 112° posto per il livello delle tasse).
E soprattutto lo scheletro della nuova finanziaria. Una sorta di ammissione di colpa. Dove molte risorse saranno destinate a una correzione dei conti pubblici e altre a un rilancio della competitività delle imprese italiane.
Probabilmente troppo tardi. E forse con risorse insufficienti per colmare un gap che è quasi strutturale. Anche perché l’economia mondiale non se la passa male e non riuscire a prendere questo altro treno sarebbe davvero grave.
Fonte:
Buongiorno Vitaminic
ALAN FRIEDMAN