Italia: crescita 2015 attesa a +0,7 grazie anche all’Expo. Ecco cosa aspettarsi
24/04/2015
Quale crescita per l'Italia dopo sette anni di recessione? L'uscita dal tunnel sarà relativamente veloce, ma certamente insufficiente non solo per recuperare ma anche per scalfire le enormi perdite subite. Lo afferma Prometeia, società di ricerca economica, che nel suo ultimo rapporto sulla congiuntura italianaritocca al ribasso la crescita per il primo trimestre (a 0,1% rispetto allo 0,2% precedente), mentre conferma il Pil 2015 a un +0,7%. Secondo questi esperti, il rafforzamento avverrà nei due trimestri centrali dell'anno, grazie anche all'Expo, che contribuirà per lo 0,2% del Pil. La crescita prenderà maggiore slancio nei prossimi due anni, superiore rispetto a quanto previsto tre mesi fa: +1,6% nel 2016 e +1,4% nel 2017. E successivamente nel quinquennio 2018-2022 l'economia italiana dovrebbe tornare a crescere con regolarità con un +1,2% atteso.
"Pur senza tornare ai ritmi e agli eccessi degli anni 2000 pre-crisi, riteniamo vi siano le condizioni perché si avvii una solida crescita globale, favorita da bassi prezzi del petrolio e delle materie prime, politiche monetarie accomodanti (i tassi di policy dell'area euro tornerebbero superiori all'1% solo nel 2020) che manterrebbero l'euro relativamente debole (non tornerebbe sopra l'1,2 dollari per euro). In tale contesto l'uscita dalla recessione permetterebbe anche un recupero della crescita potenziale che nel corso del prossimo decennio tornerebbe a sfiorare l'1% medio", si legge nello studio pubblicato oggi. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, i benefici della ripresa potranno manifestarsi appieno solo a partire dal 2016, con un tasso di disoccupazione che scenderà sotto l'11% al termine del 2017.
Il tasto dolente del debito
Nello scenario di questa previsione, il tasto dolente per l'Italia rimarrà la questione del debito. Secondo Prometeia, l'indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche si attesterebbe al 2,9% del Pil nel 2015, poco inferiore al livello registrato nel 2014, per poi diminuire negli anni successivi fino al 2% nel 2017.Un sentiero di riduzione meno intenso rispetto a quanto programmato dal governo. Le misure di sgravio inserite nella Legge di Stabilità 2015 troveranno una copertura solo parziale e l'aumento netto di disavanzo che ne deriverà sarà pari nell'anno in corso a circa 10 miliardi di euro (lo 0,7% del Pil) a fronte dei 6 indicati nelle valutazioni ufficiali.
Fonte: Finanza Online
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