Italia, aumenta il deficit e rallenta la crescita
09/01/2009
Il Fondo monetario internazionale lancia l’allarme per il nostro Paese
Il Pil aumenterà nel 2006 solo dell’1,2%. Il rapporto tra indebitamento e prodotto interno lordo al 4%. «Sfide enormi, servono riforme»
WASHINGTON – Conti pubblici in affanno e maglia nera per la crescita. Il Rapporto economico mondiale del Fondo monetario internazionale non fa sconti all’Italia che, assieme al Portogallo, viene citata tra i Paesi di Eurolandia meno virtuosi nella gestione delle finanze pubbliche. Mentre le stime sul Pil 2006 relegano il nostro Paese all’ultimo posto tra le principali economie industrializzate con un un incremento inchiodato all’1,2%, superato anche dalla Germania con il suo 1,3%. Un pò meglio le previsioni per il 2007, quando il prodotto interno lordo dovrebbe accelerare all’1,4%, un risultato che consentirebbe all’Italia di scavalcare Berlino destinata a fermarsi sulla soglia dell’1%.
Ma le preoccupazioni maggiori riguardano l’andamento del deficit. Il 2006, stimano gli analisti del Fondo, dovrebbe chiudersi con un rapporto tra indebitamento e Pil al 4%, mezzo punto in più di quanto previsto dagli accordi tra Governo e Commissione europea, circa 6 miliardi di euro. E per il 2007 c’è il rischio di salire fino al 4,3%. In crescita anche il debito che, secondo i tecnici di Washington, dovrebbe attestarsi al 106,9% del Pil a fine 2006 per poi salire fino al 107,6% nel 2007.
Buone notizie dovrebbero invece arrivare dal mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione, si legge nel Rapporto del Fondo, dovrebbe chiudere quest’anno in calo al 7,8%, per poi scendere ulteriormente fino al 7,6% nei successivi dodici mesi. Il 2006 vedrà invece una leggera ripresa del tasso d’inflazione che dovrebbe chiudere al 2,5% in media d’anno, per poi raffreddarsi al 2,1% nel 2007.
A proposito dell’allarme lanciato nei giorni scorsi dal Financial Times su una possibile uscita dell’Italia dall’eurozona, il capoeconomista del Fmi, Raghuram Rajan, ha dichiarato che si tratta solo di «pura speculazione. Credo e spero che non ci siano le possibilità che l’Italia lasci l’euro». Il nostro Paese ha però «bisogno di riforme – aggiunge Rajan – le sfide per il nuovo governo saranno tremende».
Per quanto riguarda l’economia globale, nel 2006 è prevista un’accelerazione rispetto al 4,8% del 2005 per la spinta dei Paesi asiatici, Cina e India in testa. Il Fondo monetario internazionale stima nell’anno in corso una crescita globale del 4,9%, lo 0,6% in più di quanto ipotizzato appena lo scorso settembre. Revisione al rialzo dello 0,3%, fino al 4,7%, per il 2007.
Fonte:
Corriere della Sera
19 aprile 2006