Istat: Italia Paese più vecchio d’Europa
09/01/2009
Il numero di residenti è arrivato quasi a 59 milioni, ma solo grazie all’immigrazione. Il 5% della popolazione ha più di 80 anni
ROMA – L’Italia è il Paese più vecchio d’Europa: cioè quello con il più alto rapporto tra abitanti con più di 65 anni e sotto i 15 anni (140,4) e il 5% della popolazione ha più di 80 anni. Il numero dei residenti ha raggiunto quasi i 59 milioni, ma è cresciuto solo grazie all’immigrazione. Lo rende noto l’Istat, che ha pubblicato oggi l’Annuario statistico 2006 (26 capitoli e 800 pagine).
Alla fine del 2005 i residenti in Italia erano 58.751.711, cioè 290 mila in più rispetto all’anno precedente. Il saldo attivo viene del movimento migratorio (+302.618 unità), mentre il cosiddetto movimento naturale
(saldo tra le nascite e le morti) è in negativo di 13.282 unità, dopo che l’anno precedente aveva fatto registrare, per la prima volta dal 1992.
MATRIMONI – Del resto l’Italia è una anzione in cui si sposa anche poco: il numero di matrimoni è stato di 250.968, appena superiore al minimo storico di 250.764 toccato l’anno precedente. Complessivamente, il tasso di nuzialità resta, comunque, tra i più bassi in Europa, con un 4,3 per mille, invariato rispetto al 2004, che è più alto solo rispetto al 4,2 per mille della Grecia, il 4,1 del Belgio e il 3,3 della Slovenia.
INSODDISFAZIONE – E il nostro Paese non è solo più vecchio, ma anche sempre meno soddisfatto. L’analisi dell’Istat dice che, nel 2006, il 47,5% dei cittadini con più di 14 anni esprime un sentimento di insoddisfazione rispetto alla propria condizione economica, dato leggermente migliore del 47,8% del 2005, madistante dal 33,2% del 2001. Un dato che, come tutte le medie, cela al proprio interno quello che rimane uno dei problemi atavici del paese: la quota degli insoddisfatti passa dal 39,6% del nord, al 46,8% delle regioni centrali, al 58,1% del mezzogiorno.
OCCUPAZIONE: CRESCE QUELLA MASCHILE – Tra i molti dati resi noti dall’Istat anche quelli sull’occupazione. Per la prima volta dalla metà degli anni Novanta, nel 2005 gli uomini trainano la crescita dell’occupazione. L’aumento dell’occupazione nello scorso anno riguarda entrambi i sessi, ma per gli uomini il progresso è stato dello 0,9% (+116.000 unità) lo 0,5% (+42.000 unità) per le donne .
Complessivamente,gli occupati nel 2005 sono cresciuti di 158.000 unità rispetto all’anno precedente (+0,7%). Ma il tasso di occupazione resta fermo al 57,5%, ampiamente al di sotto del dato medio della Ue a 25, pari al 63,6%. E il tasso di occupazione, rispetto all’anno precedente, resta invariato sia per gli uomini (69,7%) sia per le donne (45,3%).
Fonte:
Corriere della Sera