Istat, Emilia-Romagna la regione più ricca
09/01/2009
Il Mezzogiorno ha registrato una crescita più sostenuta del reddito disponibile. Ma il gap con i più ricchi resta dell’84%.
ROMA – È in Emilia-Romagna che vivono gli italiani più ricchi, in Campania quelli più poveri: il reddito procapite disponibile della più ricca regione italiana supera infatti i 17 mila euro contro i 9.800 del regione fanalino di coda.
Dati che emergono da una ricerca Istat: tra il ’95 e il 2002 il reddito disponibile delle famiglie si è concentrato per circa il 53% al Nord, per circa il 26% al Mezzogiorno e per il restante 21% al Centro.
La ricchezza resta quindi raccolta nelle regioni settentrionali, ma c’è da registrare che nei 7 anni presi in esame hanno perso un punto percentuale a vantaggio di quelle meridionali. Il Sud rosicchia quote, mentre le regioni centrali restano sostanzialmente stabili nel periodo.
IL REDDITO DISPONIBILE – Rispetto a un incremento medio nazionale del 28% dal 1995 al 2002, il Mezzogiorno ha registrato la crescita più sostenuta (31,6%), mentre quella più debole si riscontra nelle regioni del Nord Ovest (25,3% in sette anni). Molise, Campania e Sardegna fanno segnare i tassi di crescita più elevati (rispettivamente 35,1%, 34,6% e 34,2%) Il Piemonte è invece la regione con la crescita più bassa (22,1%). Il gap tra famiglie del Nord-Ovest e quelle meridionali resta comunque nel 2002 dell’84%.
AL SUD PIÙ IMPOSTE MA MENO PRESTAZIONI SOCIALI – Le imposte correnti hanno subito in 7 anni un aumento del 37,7% a livello nazionale, e i contributi sociali del 15,3%, contro un aumento del 38,8% delle prestazioni sociali. Il Mezzogiorno è l’area in cui l’aumento di imposte e contributi sociali risulta più marcato e al di sopra della media nazionale (rispettivamente 48,8% e 22,8%). L’aumento più contenuto si verifica nel Nord-ovest, dove le imposte crescono del 31,4% ed i contributi sociali del 18,1%.
Dal 1995 al 2002 è quindi cresciuta la quota di gettito fiscale e contributivo pagata dalle regioni meridionali rispetto al totale nazionale (dal 21,3 al 22,2%), mentre diminuisce l’apporto delle regioni nord-occidentali (dal 34,8 al 33,9%). Il Mezzogiorno registra, invece, il più basso tasso di crescita delle prestazioni sociali ricevute (37,2%), che crescono in maggior misura nel Centro (40,5%).
LOMBARDIA E LAZIO PIÙ TARTASSATE DAL FISCO – La pressione fiscale più elevata è quella del Nord e la più bassa quella del Mezzogiorno: in particolare la Lombardia e il Lazio sono le regioni che registrano i valori più alti, la prima passando dal 14,7% nel 1995 al 15,3% nel 2002 e la seconda dal 14% del 1995 al 15,2% del 2002. La Calabria, invece, registra la pressione fiscale più bassa (passando dall’8,8% al 10,5%).
Tuttavia la forbice tra Nord e Sud va gradualmente riducendosi, proprio a seguito della diversa dinamica delle imposte: la distanza era, infatti, di 4 punti nel 1995 e si è ridotta a 3,4 nel 2002.
IN EMILIA ROMAGNA I REDDITI PIÙ ALTI – L’analisi dell’Istat sui redditi procapite si ferma al 2000. In quell’anno i cittadini più ricchi sono risultati quelli emilianI: 17.700 mila annui in media. Segue il Trentino Alto Adige (17.500 mila euro), la Valle d’Aosta (17.300) e la Lombardia (17.200). Ultima in classifica la Campania con un reddito procapite di 9.800, preceduta da Calabria, Sicilia e Puglia.
Corriere della Sera
22/9/2004